Cinque milioni per due asili ma rischiano di restare vuoti
Cimadolmo sta realizzando materna e nido, saranno pronti il prossimo anno. Ma San Polo e Ormelle difendono le parrocchiali: veto all’Istituto comprensivo

Una nuova scuola materna e un asilo nido, entrambi pubblici, che rischiano però di restare delle incompiute da 5 milioni di euro, a causa del mancato accordo tra i sindaci di Cimadolmo, San Polo e Ormelle.
Ad aprire il caso è proprio il primo cittadino di Cimadolmo Giovanni Ministeri, che quelle opere le sta realizzando con i contributi del Miur. Ma che si trova al momento, con mura - in via Roma la materna (3,2 milioni), a Stabiuzzo in via Castellana il nido (1,8 milioni) - che rischiano di restare vuote.
L’accordo del 2014
«Tutto era iniziato nel 2014» spiega Ministeri, «quando con i sindaci di allora, Diego Cenedese di San Polo e Sebastiano Giangravé di Ormelle, in sede di revisione dei bilanci, si discusse dei consistenti finanziamenti destinati alle scuole dell’infanzia e agli asili nido paritari. Si trattava di risorse ingenti.
Nel corso degli anni, a Cimadolmo abbiamo azzerato quasi il debito, realizzando infrastrutture per 45 milioni e riducendo la pressione fiscale, mentre il contributo alle due scuole materne e all’asilo nido parrocchiali è aumentato da 26mila a 60 mila euro. Grazie ai finanziamenti del Miur, Cimadolmo ha la possibilità ora di avera la scuola dell’infanzia e l’asilo nido statali, senza oneri per i bilanci comunali».
Il cambio normativo
A suo tempo il bando non prevedeva l’adesione di altri comuni, ma semplicemente l’assenza nel raggio di 20 km di scuole analoghe. Ma nel frattempo le regole sono cambiate e la Dgr regionale prevede che l’Istituto comprensivo - di cui Cimadolmo fa parte con San Polo e Ormelle – esprima disponibilità per una nuova scuola.
«Gli attuali sindaci di San Polo e Ormelle hanno negato il consenso» conclude Ministeri, «adducendo come motivo il fatto che non ci sono esuberi alle paritarie. Voglio puntualizzare che il 12% dei bambini arriva alla primaria privo di scolarizzazione e la maggior parte di loro proviene da San Polo e Ormelle, da famiglie che non hanno possibilità di sostenere la retta delle paritarie. Ma questa mancata collaborazione dimostra l’impossibilità di costruire una pianificazione comune», aggiunge Ministeri. «Mi dispiace venga meno questa collaborazione con i nostri vicini di casa, ma troveremo una soluzione anche senza di loro: siamo già al lavoro per fare in modo che da settembre 2026 siano garantite le aperture della scuola dell’infanzia e dell’asilo nido».
Le cinque parrocchiali di San Polo
Da parte loro, i sindaci di San Polo e Ormelle restano della loro idea. Nicola Fantuzzi di San Polo: «Dal 2014 a oggi il Comune di Cimadolmo non ci ha mai richiesto nulla sulla programmazione scolastica», dice Nicola Fantuzzi sindaco di San Polo.
«Una nuova scuola statale è senza dubbio importante, ma nel nostro territorio operano già cinque scuole paritarie. È necessario avviare un ragionamento complessivo, perché parliamo di servizi fondamentali e di posti di lavoro. Ricordo che la legge regionale sui dimensionamenti scolastici è del 1998, ma sono disponibile a valutare insieme il futuro scolastico del territorio». Andrea Manente di Ormelle: «La preside aveva inviato una lettera, chiedendo se eravamo favorevoli. Le scuole dell’infanzia di Ormelle e Roncadelle non hanno esuberi. Ho chiesto al parroco cosa ne pensasse, dice che è difficile pensare di aprire una nuova materna a Cimadolmo, senza programmazione. È una decisione che va discussa non solo tra Comuni ma anche con le parrocchie». —
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso