Cinquanta opere false nel Trevigiano

MONTEBELLUNA
Cinquanta opere false nel mercato trevigiano, e non solo. Cinquanta tra dipinti, acqueforti, litografie firmate Guttuso, Dalì, Van Gogh, Ligabue che potrebbero essere state già vendute con tanto di vero certificato di autenticità. E’ l’allarme lanciato dai carabinieri di Montebelluna dopo il ritrovamento, due giorni fa, degli attestati di autenticità di due opere: l’acquaforte «Serve degli Dei di Salvador Dalì e la litografia «Con amore da Caravaggio» di Guttuso. I documenti sono stati rinvenuti all’interno dell’auto guidata da una coppia di nomadi intercettati dai militari durante un’attività di controllo. I certificati, in tutto e per tutto autentici, si riferivano però ad opere d’arte che non erano mai state rubate ma, ad oggi, erano ancora alle pareti o nei caveau dei proprietari. Come spiegare l’anomalia? I carabinieri ci sono riusciti facendo un salto nel passato di quasi vent’anni quando, a Silea, la Domus Arte venne svaligiata da un gruppo di malviventi che fuggì portando via una cinquantina di certificati di autenticità che aspettavano di essere consegnati ai proprietari delle relative opere. Due di questi erano quelli sequestrati ai due nomadi che forse si stavano apprestando a una consegna. «L’ipotesi – spiega il capitano dei carabinieri di Montebelluna Nicola Fasciano –è che i certificati servissero ad accreditare come vere opere false pronte alla vendita o in fase di realizzazione». Stessa cosa per gli altri 48 attestati che potrebbero essere stati alla base di un vero mercato nero di finti capolavori.
Per questa ragione, la segnalazione sullo strano ritrovamento effettuato a Montebelluna è stata immediatamente inviata ai Carabinieri per la tutela dei beni culturali che hanno sede a Venezia. Saranno loro, adesso, a gestire l’indagine con il supporto dei colleghi sul territorio trevigiano. Non è escluso infatti che i due nomadi, che nascondevano gli attestati sotto i tappetini anteriori del’auto, possano essere il tramite per ricostruire una rete di malavita lunga vent’anni. Inevitabile l’invito a possibili acquirenti che dal 1993 ad oggi hanno lavorato nel mercato delle opere d’arte: «Attenzione ai quadri che avete comprato, il certificato di autenticità potrebbe essere l’unica cosa vera». Nel mirino degli investigatori anche antiquari e noti ricettatori.
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