Chiude la Casetta Rossa primo pub in stile inglese

CASTELFRANCO. Era il novembre del 1982 quando la Casa Rossa (che tutti chiamano affettuosamente Casetta) aprì i battenti». Il giorno esatto nessuno lo ricorda più, sono passati 33 anni...», confessa Nello Giordan. È lui il fondatore (assieme all'ex socio Giulio Civiero) della storica birreria di Bella Venezia che domenica 18 ottobre chiuderà definitivamente. Molto più di un pub, la Casetta è stata il “rifugio” di tanti castellani (e non solo) per tre decenni. «Son passate tre generazioni qui», spiega Nello, «negli anni 80 erano ragazzi, negli anni 90 son diventati padri e qualcuno in questi ultimi mesi è diventato persino nonno...». Il nome Casa Rossa è quello di questa località di Bella Venezia, ai confini con Riese e Godego. Il rosso è il colore delle case, compresa quella che ospita la birreria. «Prima qui c’era una vecchia osteria», spiega Nello, «quando abbiamo deciso di aprire, nell’82, a Castelfranco e in tutta la zona non c’era nulla di simile. Non esisteva una birreria in stile anglosassone come la nostra. È stata un luogo di libertà, con la musica ad alto volume e lo spirito del pub inglese...». Il successo della Casetta negli anni 80 è storia. Nel 1985 l’entrata del secondo socio, Nerio Guiotto, subentrato a Civiero nella gestione. La storia prosegue, anche se a un certo punto la fama del locale diventa negativa. »Purtroppo il locale acquisì un fama non positiva, tutti i benpensanti ci davano contro, si diceva fosse un luogo frequentato da brutte compagnie», racconta Nello, «la cosa era diventata insostenibile e così nel 1990 abbiamo fatto una settimana di sciopero. 7 giorni di chiusura con lettera pubblica di spiegazioni del gesto inviata al sindaco, ai giornali, alla prefettura. “Noi con la droga non c’entriamo, nel nostro locale gli spacciatori non li vogliamo”. Abbiamo tappezzato l’esterno del locale con manifesti. Abbiamo fatto uno sciopero in pratica contro noi stessi. E la cosa ha sortito l'effetto voluto». Nel 1996 l'arrivo del terzo socio, lo scrittore Marco Ballestracci. «Da cliente ho amato alla follia questo posto», dice Ballestracci, «diventare socio è stato un onore». Passano altri due decenni. Ora l'epilogo. Problemi insolubili con la proprietà costringono i tre soci a lasciare. «Il nostro locale è stato testimone di un’epoca, dello sviluppo sociale ed economico di Castelfranco», conclude Nello, «da quando la gente sa che chiudiamo vengono qui tutte le sere, abbiamo sempre il pienone». (d.q.)
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso