Chiude anche Quartiere Latino storica libreria, presidio culturale

Martedì sarà l’ultimo giorno di apertura del prestigioso centro voluto, fondato e gestito da Dino Lovat Il suo collaboratore Riccardo Huster promette l’impegno: «Cercherò un modo per farla riaprire»

CONEGLIANO. Molto più di un negozio che chiude: Conegliano perde il Quartiere Latino, la libreria con gli ultimi romanzi o i libri di scuola, il teatro di tanti eventi culturali in città, una vetrina conosciuta da tutti. È un vuoto pesantissimo quello che, dalla settimana prossima, invaderà gli spazi della storica sede di via XI Febbraio. Nella chiusura del Quartiere Latino, annunciata dagli attuali titolari, entra di tutto: la crisi dell’editoria, lo svuotamento del centro di Conegliano, motivazioni personali dei responsabili. Una flebile speranza arriva da Riccardo Huster, da cinque anni collaboratore dello storico libraio Dino Lovat, che tenterà di riaprire l’attività nei prossimi mesi. Anche l’amministrazione comunale sta seguendo da vicino gli ultimi giorni del Quartiere Latino: «Ringrazio Lovat, libraio da quarant’anni, che è stato non solo il gestore di una libreria, ma ha fatto capire quanto quello spazio possa essere un volano sociale e culturale» ha detto il sindaco Floriano Zambon. Molti coneglianesi si erano insospettiti vedendo, nelle ultime settimane, i cartelli affissi all’esterno della libreria, che annunciavano lo sconto del 50 per cento su tutti i libri venduti al Quartiere Latino. Uno sconto “fuori stagione”, e troppo generoso perché non nascondesse qualche cattiva notizia. Dopo l’iniziale riserbo anche i gestori, pressati dalle domande dei clienti, sono usciti allo scoperto: il Quartiere Latino chiude, dopo 26 anni di intensa attività. Una libreria vecchio stampo, guidata da persone che, prima di essere dei commessi, erano grandi esperti della materia con cui lavoravano, i libri. Pare, tuttavia, che la decisione stesse covando da lungo tempo sotto la cenere. «Al 99 per cento, martedì sarà il nostro ultimo giorno di lavoro» spiega Riccardo Huster, collaboratore di Lovat «si sono sommate un po’ di cose. Sicuramente ha influito il periodo di crisi del settore, ma anche la scarsa vitalità del centro cittadino, un problema che abbiamo fatto presente all’amministrazione comunale. Il centro commerciale ha penalizzato anche noi, non vengono più in libreria in centro». Huster sa che, abbassando le serrande martedì sera, un pezzo importante della città morirà per sempre: «Sì, Lovat è stato fra i primi a intendere la libreria come un polo culturale, e non soltanto un negozio. So quanto sia importante per Conegliano. Il mio impegno è di cercare il modo per riaprire, so che è complicato ma spero di farcela». Zambon promette che farà il possibile per aiutare Huster nell’impresa, ma non crede che la sua amministrazione sia in qualche modo corresponsabile delle varie chiusure annunciate in centro città (il 31 dicembre cesseranno anche L’Antico Pozzo, antiquario, e l’ortofrutta davanti al duomo): «Nel caso del Quartiere Latino hanno inciso anche ragioni anagrafiche. Non abbiamo mai lasciati soli i titolari, e confidiamo che arrivi presto un nuovo gestore».

Andrea De Polo

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