Chemio e interventi con il robot per vincere il cancro al pancreas

Al Ca’ Foncello il trattamento pre-operatorio ha consentito di intervenire su trenta casi con successo su almeno la metà dei pazienti dopo cinque anni
Un momento dell'intervento al pancreas effettuato dal professor Ugo Boggi a Pisa il 27 settembre 2010. E' stato eseguito il primo trapianto di pancreas al mondo con la tecnica robotica mini invasiva. ANSA / FRANCO SILVI-USL PISA
Un momento dell'intervento al pancreas effettuato dal professor Ugo Boggi a Pisa il 27 settembre 2010. E' stato eseguito il primo trapianto di pancreas al mondo con la tecnica robotica mini invasiva. ANSA / FRANCO SILVI-USL PISA



Un centro di livello mondiale per i tumori del pancreas: su 30 pazienti operati in un anno, altrettanti hanno visto l’intervento concluso con successo. Merito anche della robotica, merito della chemioterapia pre-operatoria - 15 casi sui 30 citati - che ha permesso di intervenire su neoplasie precedentemente considerate non trattabili. Il riferimento è alla Terza Chirurgia del Ca’ Foncello e, nello specifico, all’impulso assicurato all’équipe dall’insediamento, nell’ottobre 2018, del nuovo primario Marco Massani. A balzare all’occhio è l’eccellente 100% raggiunto nel trattamento di uno dei tumori più aggressivi e a più alto rischio di mortalità. Senza contare il +20% negli interventi eseguiti rispetto all’anno precedente: una crescita in termini numerici e qualitativi. Ma, di assoluto rilievo, sono anche i tassi di sopravvivenza garantiti dal reparto: analizzando l’attività svolta dall'équipe negli ultimi anni, si evince come la sopravvivenza media - nei pazienti operati dopo chemio - sia superiore ai tre anni, arrivando al 50% nell’arco di cinque. Standard che permettono alla Terza Chirurgia del nosocomio trevigiano di essere collocata sullo stesso piano dei maggiori istituti mondiali. Un’asticella alzata che trova espressione nei risultati chirurgici, ma anche nella partecipazione a congressi internazionali e nella realizzazione di collaborazioni con gli Stati Uniti. Una capacità attrattiva che ha richiamato a Treviso pazienti da fuori provincia.

«Quel 30 su 30 è il successo vero, considerata l’aggressività di questa tipologia di tumore», rimarca Francesco Benazzi, direttore generale Usl 2. L’alto numero di pazienti trattati, tre volte superiore al minimo richiesto, assicura alla Terza Chirurgia - 14 elementi - il titolo di “centro ad alto volume” nella gestione e cura dei tumori del pancreas: 40 sono stati i pazienti candidati a intervento nell’ultimo anno, 15 dopo trattamento chemioterapico che ha permesso di intervenire su tumori inizialmente non operabili; 30 pazienti sono stati infine operati con esito positivo al 100%, in sei casi con asportazione dei vasi principali. Gli interventi sono stati effettuati in laparotomia (incisione parete anteriore dell’addome) e laparoscopia (metodica che permette un esame endoscopico, senza ricorrere a lunghe ferite dell'addome). Ma il fiore all’occhiello del reparto consiste nell’assistenza robotica: nel 2019, nove pazienti sono stati operati con un metodo che associa la minore invasività alla maggiore precisione. «Il nuovo staff della Terza Chirurgia ha confermato la forte predisposizione per il distretto epato-bilio-pancreatico», osserva il primario Massani, subentrato nell’ottobre 2018 Giuseppe Di Falco, causa pensionamento. «L’obiettivo sarà confermarsi reparto di eccellenza», conclude Benazzi. —

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