C’era una Volta una scuola che pagaiava lungo il Sile
L’istituto primario di Fiera porta gli alunni in canoa per una lezione “diversa”

ZAGO AG.FOTOFILM TREVISO LEZIONI DI CANOA ALLE SCUOLE VOLTA IN VIA ALZAIA
Il Sile accarezzato della forza delle braccia dei più giovani canoisti di Treviso: i bambini della scuola primaria Alessandro Volta di Fiera.
Le lezioni di canoa approdano tra i banchi di scuola nell’unica scuola elementare in città che si affaccia sull’ansa più bella del fiume e da sola fa l’occhiolino al Sile. Tutti a bordo, i piccoli vogatori salgono in canoa. Bastano un’ora di lezione la settimana, giubbotti salvagente ben saldi, due canoe da venti posti messe a disposizione da una società sportiva, un’istruttrice, un responsabile di bordo e i maestri e le maestre che da bravi capitani prendono posto in mezzo ai loro alunni. Una idea venuta al corpo docente anche per contrastare un rischio sempre più concreto: la chiusura. Il quartiere di Fiera ha infatti residenti sempre più anziani e spesso le poche giovani famiglie che vivono in Restera, benestanti, scelgono altre scuole per i loro figli, più vicine al centro. E così le iscrizioni sono in progressivo calo. Ecco quindi l’idea di lanciare nuove iniziative,
E così lo spettacolo dal pontile di attracco ad un passo dal cancello della scuola ha inizio. Tra le “chiacchere” delle papere, lo scorrere lento del fiume e la forza delle braccia di una ciurma di ottanta bambini di scuola elementare. Tutti ben sincronizzati che remano tenendo ciascuno il ritmo con la propria pagoia (così si chiama il remo della canoa): «Uno, due, tre, quattro. E via, remare diventa un gioco da ragazzi.
A salire per primi a bordo (divisi in due gruppi di venti bambini per canoa) sono gli alunni più grandi delle classi quarta e quinta. Per loro il punto di partenza è all’altezza del ponte della tangenziale che raggiungono a piedi, lungo la Restera, accompagnati dagli insegnanti. L’avventura consiste nel risalire il fiume controcorrente. Fino a ritornare all’attracco, davanti alla scuola. Altro giro in canoa, altro baby-equipaggio che salpa. La canoa accosta, gli alunni partiti per primi scendono e quelli più piccoli di seconda e terza prendono posto a bordo. Non prima di aver recuperato i salvagenti dai compagni di scuola. E averli indossati a dovere con l’aiuto dei loro maestri. Remare seguendo stavolta la spinta della corrente tocca a loro, ai più piccoli. Ma le regole del gioco, una volta saliti a bordo, sono uguali per tutti: «Chi non ascolta le istruzioni è perso – ripete alla sua giovane squadra l’istruttrice Anita Bequiri della società sportiva Canoa Club Sile – Per andare avanti bisogna imparare ad essere tutti per uno e uno per tutti».
E i piccoli “moschettieri” del Sile non battono ciglio nel cogliere il consiglio lanciato al volo dal loro capitano. Il corso di canoa per gli alunni è iniziato appena da due settimane. Ma prima di decidere di far loro affondare i remi la scuola ha previsto due incontri di formazione in classe, con nozioni sportive e tecniche: «Se diamo ai ragazzi la possibilità di sviluppare le loro abilità pratiche li possiamo aiutare tantissimo», spiega il preside dell’istituto comprensivo Stefanini, Antonio Chiarparin, che ha scelto insieme ai suoi insegnanti di far prender il largo all’iniziativa. Tutti i piccoli vogatori hanno fin da subito imparato a salire in sicurezza e ben ordinati in canoa. Rispettando ciascuno il proprio turno. Sotto gli occhi vigili degli insegnanti e le braccia forti degli istruttori: «Queste attività sportive aiutano i ragazzi a sviluppare il lato pratico della vita – sottolinea l’istruttrice – Basta tenere la pagaia storta e la canoa non va più avanti».
Unò duè, unò duè… il tempo di scendere e altri piccoli marinai hanno già preso il largo dal pontile. Per tutti la scuola ha deciso di seguire la rotta dell’innovazione. Oltre al corso di canoa tra i banchi di scuola (si tratta della prima scuola elementare statale in città a proporlo) la primaria ha dato il “la” a di una serie di numerose attività contro la chiusura; dal corso di teatro all’accoglienza in lingua inglese, dal progetto di educazione alimentare “Orto in condotta” alle lezioni “open air” con un biologo per conoscere l’ecosistema del Sile. In un quartiere dove la natalità è ai minimi storici – quest’anno non è stato raggiunto il numero minimo di alunni per formare la classe prima – la piccola scuola di Fiera non ha mai smesso di credere nei bambini.
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