Centro commerciale Arsenale in crisi, in aumento le serrande abbassate

A un anno e mezzo dall’apertura lungo la Treviso-Mare  il “contemporary shopping” non riesce ancora a decollare. «Ma noi rilanciamo con eventi-famiglia»

RONCADE. Ad un anno e quattro mesi dall’inaugurazione ufficiale il centro commerciale “L’Arsenale contemporary shopping” non decolla. Anzi, con oltre un terzo dei negozi chiusi, sembra proprio che la struttura alle porte di Roncade, lungo la Treviso Mare, attraversi una vera e propria crisi.

«Solo nel weekend c’è un po’ più di gente», commenta sconsolata una commessa, «ma durante la settimana è così». Così come una mattina feriale di febbraio, malgrado gli ultimi saldi: l’Arsenale, con il parcheggio da 1700 posti semivuoto, appare già da fuori una cattedrale nel deserto.

All’interno la sensazione viene confermata: caffetteria chiusa, vasche solitarie nei corridoi, commessi impegnati soprattutto ad allestire il punto vendita e campionare i prodotti più che a relazionarsi con clienti che non ci sono.

La zona est, quella che collega i due corpi principali paralleli a nord e sud del parcheggio centrale, è quella dove si registrano le maggiori difficoltà. È qui che col passare dei mesi si sono concentrate le principali defezioni: risulta chiuso il negozio “Tag” di articoli per la casa, il punto di telefonia Wind-Tre e Suavitas Cosmesi.

Addio anche ai negozi di abbigliamento Cotton&Silk, Oltretempo, Joy, Nove Once. Con pochi passaggi di clientela sono state costrette a chiudere anche due delle cinque attività di ristorazione iniziali: la Piadineria e il bar Segafredo. Stessa sorte per l’agenzia di viaggi 3V, la Gold Gallery e Franco Gioielli, il negozio di telefonia Vodafone e l’erboristeria Benessere Group.

Sulla carta l’Arsenale offre un “campionario” di 50 negozi: al momento dell’apertura, il 28 settembre 2018, ne furono presentati 42. Ad oggi sono 15 le insegne che hanno abbassato le serrande. Resistono i marchi più forti e i negozi più grandi.

La travagliata storia di quello che doveva essere il Roncade Outlet Gallery, in programma fin dal 2006, dopo aver superato con caparbietà oltre 10 anni di battaglie legali, pur cambiando pelle non sembra ancora aver registrato la svolta decisiva.

Che la struttura non navigasse in buone acque lo dimostra anche il fatto che dal luglio dell’anno scorso c’è stato un avvicendamento nella gestione degli spazi commerciali. Il gruppo Basso, costruttori e proprietari dell’immobile attraverso il marchio Lefim, si era inizialmente affidato alla “consulenza” di Cushman & Wakefield, ora le nuove trattative commerciali per integrare l’offerta con nuovi brand sono affidate a Svicom, altra società attiva nello specifico settore del Retail Real Estate.

Ma quella che Simone Da Sie, per conto di Lefim, vuole mettere in risalto non è solo la contabilità in negativo delle serrande abbassate: «Ad essere significativa nel nostro settore», precisa Da Sie, «è la superficie commerciale utilizzata. Le chiusure all’Arsenale riguardano solo il 10% della nostra offerta complessiva, si tratta di negozi con una superficie ridotta che hanno quindi un’incidenza limitata.

Ci stiamo certamente riposizionando e otteniamo riscontri. La struttura riscuote molto interesse e non è solo una questione di prospettive: il periodo novembre-dicembre del 2019 è stato in crescita rispetto allo stesso bimestre del primo anno. Il trend è positivo».

Il gruppo Basso, dunque, dopo i 65milioni di euro necessari per avviare la struttura, è lungi dal gettare la spugna ed è pronto ad investire: «La posizione lungo la Treviso Mare è strategica», ricorda Da Sie, «La formula su cui stiamo puntando riguarda soprattutto l’integrazione tra offerta commerciale ed eventi dedicati in particolar modo alle famiglie, il nostro target privilegiato». 




 

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