Centotrenta storie i piccoli, grandi eroi che vincono la crisi

CASTELFRANCO. Una città che sogna e resiste. Una città che, davanti alla desolazione dei cartelli di “affittasi” e “vendesi” incollati sulle vetrine del centro, risponde con tenacia alzando ogni mattina la serranda, abbassandola la sera, sicura che domani sarà ancora lì presente per riaprirla. Una città che da almeno vent’anni conduce e vince la sua piccola, grande guerra di trincea quotidiana per dare vita al cuore castellano. Un esercito silente di partite Iva che popola i portici, piazza Giorgione, le piazzette, i vicoli e i borghi del centro storico.

Edicolanti, panettieri, alimentaristi, pasticceri, fruttivendoli, baristi, ma anche librai, galleristi, venditori di musica, titolari di scuola guida e ferramenta, orologiai, albergatori e la lista continua fino a superare quota 130 attività che Franco Vanzo ha censito con la sua Reflex. E che stasera sono invitati al cinema Hesperia per la presentazione del progetto “Castellani coraggiosi”, diventato un bel volume fotografico. Tutti immortalati in bianco e nero, «perchè», sostiene lo stesso Vanzo, «ognuno potrà poi mettere i colori che preferisce». Una carellata di volti e soprattutto di storie a cui gli altri “castellani” - i clienti, gli amici, i vicini, ... - sono affezionati.

Nel citarne qualcuno si rischia di fare un torto a tutti gli altri. Meglio sfogliarli nei ritratti di Vanzo, partito in questo progetto la scorsa estate, quando i titolari della storica Gastronomia Genovese, prima di spegnere per sempre l’insegna, gli chiedevano un’ultima bella foto ricordo dietro al bancone. Poi, con l’aiuto dei registri di Ascom e Confartigianato, il fotografo( il cui studio è in via Filzi, fronte mura) ha deciso di fermare il tempo immortalando tutte le attività con almeno vent’anni di storia. «I tempi cambiano, avviene da secoli», scrive Giancarlo Saran nella prefazione del libro che esplicita il messaggio di Vanzo, «Tuttavia stavolta la svolta la sentiamo tutti come epocale, una svolta che può incidere profondamente sulle radici stesse delle nostre vite, della nostre identità che non devono e (si spera) non vogliono diventare anonime.

Sul mondo del commercio al dettaglio, del piccolo artigianato quotidiano, si sono scritti fiumi di parole, più o meno congruenti a una realtà che, a volte, viaggiava a gonfie vele senza poi remare tanto, tranne in quel tempo “senza orari” dedito al guadagnarsi la pagnotta e un po’ di companatico. Ora ci vuole uno scatto di orgoglio, di impegno consapevole». I centotrenta e più ritratti hanno già dimostrato di voler raccogliere e vincere la sfida di esserci ancora domani. Stasera una giusta celebrazione di chi non si è lasciato spaventare da catene di franchising o dai fantasmi di faraonici centri commerciali. Insomma un po’ di sano orgoglio castellano.
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