Cava in Alpago, Grigolin e Fassa vincono al Tar

I giudici amministrativi hanno annullato lo stop delle Regione Veneto all’escavazione oltre il passo tra Sella Fadalto e Col Brustolade. Le stime parlano di 58 camion al giorno, timori a Susegana per l’impatto

Diego Bortolotto
Sella Fadalto e col Brustolade, dove sorgerà la cava
Sella Fadalto e col Brustolade, dove sorgerà la cava

Il Tar dà il via libera alla cava in Alpago, tra sella Fadalto e Col Brustolade, ove è prevista l’estrazione di oltre un milione di metri cubi di calcare, al confine con la Val Lapisina e Vittorio Veneto, a nord del lago di Santa Croce.

La vittoria è del Gruppo Grigolin e Fassa, consorziati nel Consorzio Lastra. Una parte dei materiali verranno trattati nell’impianto Fornaci calci Grigolin a Ponte della Priula, l’altra a Spresiano. Nel 2021 la direzione ambiente della Regione non aveva concesso l’autorizzazione alla cava nel procedimento di Via (Valutazione impatto ambientale), in base a un parere della Soprintendenza.

Il Comune di Susegana all’epoca aveva espresso perplessità sull’impatto del traffico veicolare (58 viaggi di camion previsti ogni giorno a Susegana). Il Consorzio Lastra aveva quindi presentato ricorso al Tar e nei giorni scorsi è arrivata la sentenza, che ha dato ragione ai cavatori, bocciando Regione e Soprintendenza. Il ricorso era anche contro il Comune di Susegana e Alpago, che però non si sono costituiti nella causa. «L’inadeguatezza del corredo motivazionale del parere della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio di Venezia», scrivono i giudici del Tar, «si riflette, in termini patologici, sul decreto del direttore della Direzione ambiente della Regione». I giudici hanno quindi annullato i provvedimenti della Regione.

Il progetto prevede un’escavazione per 10 anni. La cava è individuata su un costone di 55.500 metri quadrati del Col Brustolade. «Lo skyline della Sella Fadalto non verrà toccato e le modifiche sottocresta del versante nord di Col Brustolade non avranno alcuna rilevanza percettiva all’esito dei lavori, una volta che l’area di cava sarà ripristinata e ricoperta nuovamente di bosco», hanno garantito nel ricorso i legali del Consorzio Lastra, «Ciò accadrà rapidamente e gradualmente, a fronte delle scelte metodologiche idonee a minimizzare realmente l’impatto percettivo anche durante i lavori». 

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso