Casse di espansione ferme da tre anni
Sicurezza dei fiumi: servono anche la diga di Ravedis e il bacino di Colle

La confluenza dei fiumi Livenza e Monticano a Notta
MOTTA DI LIVENZA.
E' necessario che il Friuli attivi la diga di Ravedis e realizzi il bacino di Colle per evitare che le terre del Livenza vengano sommerse. Poco da discutere invece sul progetto di bacino di espansione dei Pra' dei Gai sul quale Veneto e Friuli dovrebbero aver raggiunto un accordo e stanziato 50 milioni di euro. Un progetto non risolutivo, ma migliorativo da realizzare in 2-3 anni.
Il maltempo dei giorni scorsi e i rischi corsi dalle popolazioni rivierasche di Livenza e Meduna hanno riportato alla luce problemi di sicurezza idrogeologica che emersero sin dalla commissione De Marchi nel 1974. «All'epoca furono identificate le tre soluzioni di cui si parla ancora oggi - spiega l'ingegner Carlo Pesce, presidente della commissione consiliare mottense dedicata alle emergenze idrogeologiche - la diga di Ravedis è finita e manca il collaudo e, soprattutto un protocollo di gestione. Poi c'è il bacino di Colle, che non è mai stato progettato, ed infine le casse di espansione dei Pra' dei Gai, che sono più avanzate dal punto di vista della progettazione ma che sono meno risolutive per i problemi del fiume». Il progetto che nel 2007 sembrava essere in dirittura d'arrivo ha subìto un perentorio stop per la ferma opposizione messa in atto dai comuni di Prata di Pordenone, Brugnera e Pasiano che, supportati dalla Provincia di Pordenone, hanno portato ad una revisione del progetto originario. Quello definitivo, attualmente pronto in Regione Veneto e già sulla strada della presentazione alla commissione di Valutazione d'Impatto Ambientale, costa 50 milioni di euro e prevede di realizzare due casse di espansione, una sul lato destro del Livenza in territorio friulano e una sul lato sinistro in territorio veneto. Un primo lavoro da 2.800.000 è stato completato con il rinforzo dell'argine a Portobuffolè. Per mettere in opera l'intero piano sarà necessario realizzare un lungo argine suppletivo tra le due regioni, che verrà costruito utilizzando un'enorme quantità di terreno proveniente da una zona determinata lungo il Monticano tra Fontanelle e Vazzola. Dallo scavo si ricaverà una ulteriore bacino di espansione controllata che servirà a migliorare la situazione di sicurezza del fiume che parte da Conegliano per arrivare a Motta per sfociare sul Livenza. «Terremo monitorata la realizzazione dell'opera - sottolinea il sindaco di Meduna Marica Fantuz - ma il nodo cruciale è convincere gli enti che serve intervenire a monte e, magari, sottoscrivere un protocollo di gestione che preveda che i comuni a valle vengano informati tempestivamente di quanto succede a monte. Non possiamo vivere con la paura di un'alluvione perché non sono informati di cosa accade a Ravedis».
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