Cassa integrazione per 350 dipendenti La Irca “soffre” la crisi della Germania

Accordo con i sindacati per ridurre le ore lavorate da qui a Natale, un mese fa l’intesa su premio di risultato e assunzioni
Agostini Vittorio Veneto zona industriale Rica Zoppas industires
Agostini Vittorio Veneto zona industriale Rica Zoppas industires



. La cassa integrazione rifà capolino tra le aziende dell’area industriale di Vittorio Veneto. Era da anni che non accadeva, a dimostrazione che le imprese insediate si erano attrezzate per tempo contro la crisi. Purtroppo è costretta a farvi ricorso uno dei più blasonati Gruppi della città, la Zoppas Industrie che ha in Irca e in Sipa i suoi presidi d’avanguardia. Ed è proprio l’Irca (che comprende anche la “vecchia” Rica, nome poi assorbito e unificato) a dover ricorrere all’ammortizzatore sociale, peraltro il più leggero e temporaneo della gamma.

Nei giorni scorsi l’azienda ha infatti sottoscritto con la Fiom Cgil e la Fim Cisl un accordo per la riduzione dell’orario di lavoro, dal 5 novembre, giorno della firma dell’intesa, fino al prossimo 21 dicembre. La cassa integrazione guadagni è quella ordinaria e riguarderà fino a un massimo di 350 dipendenti (di cui 200 operai, 128 impiegati e 21 quadri), su un totale di 700, poco più. Collaboratori che potranno essere sospesi mediamente per 16 ore alla settimana, in relazione al carico di lavoro e alle professionalità richieste in fabbrica.

L’Irca, nata nel 1963 a San Vendemiano e poi trasferitasi a Vittorio Veneto, produce resistenze elettriche e sistemi riscaldanti completi di controlli elettronici per applicazioni domestiche ed industriali. E per differenti aree applicative: dal grande al piccolo elettrodomestico, dal riscaldamento e condizionamento degli ambienti al mercato industriale. L’accordo sulla cig rileva che azienda e sindacato hanno compiuto un approfondito esame constatando «l’andamento negativo del mercato in cui la società opera e i conseguenti risvolti sul piano produttivo». Le parti, dunque, hanno convenuto sulla necessità di attuare una contrazione dell’attività produttiva, «a causa della flessione degli ordini».

Prima di ricorrere alla riduzione dell’orario settimanale, il personale dovrà comunque utilizzare le ore di serie residue. È ovvio che, in caso di esigenze produttive e organizzative, l’azienda si riserva di richiamare in servizio i dipendenti interessati. «La riduzione di orario non è del tutto un fulmine a ciel sereno», ammette Alessio Lovisotto, segretario provinciale della Fim Cisl, «perché la crisi che sta colpendo l’industria manifatturiera in Europa, soprattutto in Germania, e quella dell’automotive in particolare, ci stava ponendo qualche motivo di preoccupazione anche per la realtà vittoriese e, più in generale, trevigiana. Preoccupazione dettata pure dalla vicenda dei dazi di Trump che hanno pesanti ricadute su questo mercato». A Vittorio Veneto si ritiene che la fase congiunturale possa limitarsi a un breve periodo. Sindacati ed Irca hanno limitato l’intervento fino alle vacanze di Natale. Poi si vedrà.

Resta il fatto che neppure un mese fa l’Irca aveva sottoscritto con Fiom Cgil e Fim Cisl un accordo per la proroga del “premio di risultato”. Intesa che prevedeva anche una quindicina di stabilizzazioni per i collaboratori “in somministrazione” entro la fine dell’anno; i lavoratori “in somministrazione” avranno, dunque, un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Il premio di risultato consisteva in ben 1.800 euro l’anno di supplemento in busta paga. Ma a pesare sull’azienda è intervenuta soprattutto la difficoltà dell’automotive. Oltre che in Italia l’Irca ha stabilimenti in Romania, Germania, Usa, Messico e Brasile. Ma il prodotto per le auto viene fatto proprio a Vittorio Veneto. Di qui il ricorso alla cigo e la preoccupazione che il provvedimento solleva. —



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