Caso Cementi Rossi, dossier dei medici contro il progetto

Pederobba. L’annuncio del pediatra Toffol in una lettera alle famiglie. “Aria che voglio” convoca un’assemblea per il 17 marzo
Ferrazza Pederobba stabilimento Cementi Rossi
Ferrazza Pederobba stabilimento Cementi Rossi

PEDEROBBA. Il pediatra non si arrende e invita i genitori dei suoi piccoli assistiti a non rinunciare a opporsi al progetto della Cementi Rossi di utilizzare plastica della raccolta differenziata come combustibile. Dopo quella con cui aveva chiamato le famiglie a essere presenti giovedì scorso alla presentazione del nuovo progetto della Cementi Rossi, ha ora mandato un’altra comunicazione per illustrare loro una presa di posizione del comitato scientifico di Medici per l'Ambiente e far sapere che anche la sezione di Treviso presenterà un’osservazione al progetto sottoposto a valutazione di impatto ambientale.

Cementi Rossi di Pederobba: ressa e proteste all’assemblea
DeMarchi Onigo palestra incontro su Cementi Rossi

«Dato che non credo che l’incontro pubblico di giovedì scorso con la Cementi Rossi abbia cancellato i dubbi sull'innocuità del progetto presentato», ha scritto alle famiglie dei suoi assistiti il pediatra Giacomo Toffol, «vorrei segnalarvi un'intervista rilasciata dal coordinatore del comitato scientifico dei Medici per l'Ambiente in cui vengono spiegati i rischi legati all'utilizzo di “CSS” ovvero di Combustibile Solido Secondario (nome elegante per chiamare i rifiuti) nei cementifici».

E riporta alcuni passi di tale intervista: «I cementifici sono impianti industriali altamente inquinanti e utilizzarli per bruciare rifiuti non è un vantaggio per l'aria che respiriamo. Per gli inquinanti gassosi i limiti di emissione dei cementifici sono da 2 a 9 volte maggiori rispetto a quelli degli inceneritori classici mentre per i microinquinanti (diossine e metalli pesanti) i limiti sono gli stessi. Questo significa, a detta del pediatra, che i cementifici inquinano molto di più». Bruciare Css nei cementifici non conviene né all'ambiente né alla salute e le motivazioni che si forniscono per giustificare questa pratica «sono inconsistenti». «Per non parlare del problema di fondo», aggiunge, «ovvero del continuare a considerare l'incenerimento come unico possibile soluzione al problema dei rifiuti, orientamento completamente contrario ad una loro buona gestione. E annuncia che anche la sezione di Treviso di Isde, la rete dei medici per l'ambiente, presenterà un’osservazione al progetto: «Il settore ecologia della Provincia potrebbe non concedere l'autorizzazione a fronte di documentate osservazioni presentate entro la metà di aprile, e l'Associazione Medici per l'Ambiente Isde Treviso sta preparando una relazione a tale proposito».

Aria Che Voglio, il coordinamento delle associazioni ambientaliste e dei gruppi di opposizione, ha definito l'incontro pubblico per una controrelazione al progetto presentato una settimana fa dalla CementiRossi: si terrà venerdì 17 marzo alle 20.45 in palestra a Onigo, interveranno Gianni Tamino, ricercatore sui rischi delle applicazioni biomolecolari, Stefano Luciani, esperto di impianti industriali, Francesco Miazzi del comitato “Lasciateci respirare Monselice”.

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