Caserma Piave, pronto il progetto con bar, aule studio e biblioteca

A Treviso ormai quando si parla di caserma, bisogna andare coi piedi di piombo. Ma come successo per la Serena, dove il blitz anti-droga delle forze dell’ordine ha mostrato che all’interno non c’è poi questo inferno, ieri l’Open Day della Piave ha mostrato che le idee per il rilancio ci sono. E soprattutto che la concretezza e più dentro quelle mura, che non fuori.
Decine di persone, residenti e curiosi, ieri sono andati alla Piave per capire. Cosa c’è dentro? Cosa è stato fatto fino ad adesso? E cosa può diventare? Le risposte, almeno in parte, ieri sono state date. «Per dicembre dobbiamo consegnare all’amministrazione un progetto, che comprende le caratteristiche necessarie al bando per l’assegnazione dell’area», spiega Andrea Mariotto, docente dello Iuav e coordinatore del processo di progettazione partecipata per la Piave. «Poi la palla passerà al Comune che dovrà aprire il bando. Ci auguriamo in tempi brevi, perché in questo periodo si sono create molte aspettative su quest’area».
E in effetti i residenti della zona non vedono l’ora che venga trasformata in qualcosa di diverso da una caserma abbandonata piena di rifiuti. Il ragazzi di Ztl ne hanno già ripulito e sistemato una parte, quella dove si svolgono le attività del centro sociale Django, l’amianto è stato finalmente portato via, e a breve il Comune dovrebbe provvedere anche alla bonifica definitiva dell’area.
Ieri le visite sono state organizzate in due turni. Alle 11 il primo, alle 15 il secondo. Prima la visita guidata dell’area, con l’illustrazione degli spazi e cosa potrebbe entrarci, di seguito dei laboratori tematici per suggerire idee e progetti. Fuori dalla Piave è stato esposto un progetto di massima, con la destinazione di alcune delle stanze. A sinistra dell’entrata il dormitorio, a destra gli uffici della progettazione e l’accoglienza per le associazioni. Poi all’interno del lungo edificio in cui oggi si trova il centro sociale, bar e ospitalità, aula studio, biblioteca. Sullo stabile più a sud sala concerti e teatro, nell’ala a est i laboratori (si stanno già raccogliendo adesione per “Tornio subito”). Al centro un’area verde, e lo stabile attualmente utilizzato per i live. Ma certo all’interno c’è molto da fare. «Nel gruppo di progettazione che comprende 25 associazioni, e una sessantina di soggetti, ci sono professionisti disponibili a prestare la loro opera», prosegue Mariotto. «L’ispirazione viene dal centro Grisù di Ferrara. Chi gestirà quest’area potrebbe essere un coordinamento di associazione, che potranno poi affidare lo spazio ad altri gruppi. Avranno l’onere di mettere a norma lo spazio scelto, e di renderlo fruibile», conclude Mariotto. I punti di domanda sul piano economico restano.
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