Cartiera Burgo, indagati Zago e il figlio

La Procura di Mantova indaga per abuso d’ufficio e falso ideologico in relazione all’ex cartiera Burgo. Nel registro degli indagati sono stati iscritti i nomi di Giancarlo Leoni, ex dirigente del settore Ambiente della Provincia di Mantova e in pensione dallo scorso luglio, e di Bruno e Francesco Zago, in concorso con il dipendente pubblico. «Si tratta di un atto dovuto», afferma Alberto Mascotto, legale della famiglia Zago, «siamo tranquilli perché sappiamo di aver seguito le procedure».
All’origine dell’indagine c’è un dettagliato esposto, nel quale si ventila una responsabilità penale da parte del funzionario della Provincia che si era occupato della pratica. E lunedì scorso l’inchiesta ha visto un’accelerazione con la Procura di Mantova che ha ordinato una serie di perquisizioni e sequestri di documenti nei locali aziendali della Cartiere Villa Lagarina srl e della holding Pro-Gest spa, nonché nelle abitazioni private della famiglia Zago. L’esposto era stato depositato il 7 febbraio scorso da un ambientalista, Sergio Ciliegi.
Gli inquirenti hanno quindi effettuato sequestri e perquisizioni in azienda e nelle abitazioni alla ricerca di mail, messaggi, lettere su quell’autorizzazione ambientale al centro di proteste, ricorsi e denunce. A una manciata di settimane dai due esposti firmati Sergio Ciliegi e Paolo Rabitti contro la procedura con cui la Provincia di Mantova ha trasferito l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) di Burgo alla nuova proprietà della cartiera di Mantova, la Procura di via Poma ha disposto la maxi operazione scattata ieri mattina.
Per l’ex cartiera Burgo sembra dunque essere arrivato il tempo delle inchieste penali. La “fabbrica sospesa”, opera dell’architetto Pier Luigi Nervi, è chiusa dal 2013 ma per lei si era profilato l’anno scorso un nuovo futuro. Ma questa prospettiva sembra essersi infranta su una serie di preoccupazioni di carattere ambientale e ora su un’iniziativa giudiziaria.
Nel mirino dei pubblici ministeri mantovani sono finiti gli acquirenti della ex Burgo: la Cartiera Villa Lagarina e la holding Pro-Gest: entrambe guidano l’impero dell’industria cartaria creato da Bruno Zago. Era stata la stessa azienda a dare ieri la notizia dell’inchiesta: «Se il provvedimento è legittimo lo deciderà il TAR», aggiunge l’avvocato Mascotto, «il penale non è certamente la sede adatta per affrontare questa questione». Lo scopo di tale operazione è quello di reperire qualsivoglia nota o corrispondenza inerente al procedimento di voltura dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) rilasciata alla Cartiere Villa Lagarina nell’ambito dell’acquisizione della Cartiera di Mantova (ex Burgo)».
La vicenda è quella dell’autorizzazione data dalla Provincia di Mantova alla nuova Burgo gestita da Pro-Gest per un inceneritore, senza una Valutazione di impatto ambientale. Che invece il Comune, il Parco del Mincio e i comitati dei quartieri interessati ritenevano indispensabile. Di qui una serie di ricorsi al Tar. E in questo scenario si inserisce l’esposto che ha dato il via all’inchiesta.
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