Carron: appalti addio, meglio l’Ikea

Il gruppo edile di San Zenone preferisce il settore privato: «Una scelta precisa, evitiamo burocrazia e ricorsi»
Marson Castelfranco Hotel Fior festa 50anni azienda Carron, Diego, Arianna, Paola, Marta e Barbara
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di FABIO POLONI

Veneto, appalti pubblici, edilizia residenziale. Per il gruppo Carron questo è il passato: la bussola della crescita ora punta l’area lombarda e grandi clienti privati come Ikea, Gucci, Dior, ma anche Diesel, Generali, Gardaland. «Solo così continuiamo a crescere», dice Diego Carron, presidente del colosso dell’edilizia fondato nel 1963 da suo padre Angelo.

In cinquant’anni il gruppo ha cambiato pelle più volte, come il territorio che ne ha nutrito la crescita. «Una necessità», spiega Diego Carron, «che ci ha permesso di crescere con costanza dal 2009 a oggi, dopo un 2008 che ha rappresentato una battuta d’arresto». Quello che non era più redditizio è stato ridimensionato, se non del tutto abbandonato. L’edilizia residenziale, in primis: «Mercato saturo, che senza crescita demografica non si muove». Il territorio locale, poi: non una scelta di abbandono, anzi, ma gli affari (dopo aver realizzato l’area Appiani, appalto da 170 milioni di euro, il nuovo Quartiere Latino e l’aeroporto Canova) ora portano altrove. Il comparto pubblico, infine: qui, più che di un problema di redditività, si tratta di modo di lavorare che al gruppo di San Zenone non va a genio. «Su dieci appalti pubblici, vent’anni fa uno veniva rallentato dai ricorsi. Oggi sono nove su dieci: il comparto pubblico è malato, tra ricorsi e controricorsi. Un bando devi vincerlo tre volte: con i concorrenti, al Tar, al Consiglio di Stato». Ogni riferimento alla nuova cittadella della salute di Treviso è puramente voluto ed esplicito. «Per scelta ora quasi quasi diciamo basta definitivamente alle gare pubbliche». Ma se una strada si complica, altre si spalancano. «In questi ultimi tre anni abbiamo privilegiato i clienti privati istituzionali», dice Diego Carron, «e i risultati si vedono. Il committente vuole tempi di consegna rapidi, ma noi ci facciamo trovare pronti. Per le Generali, per esempio, a Bologna abbiamo realizzato una struttura in meno di cinque mesi». Altro cliente di spicco: Ikea. Il colosso svedese ora mira ad aprire centri commerciali a fianco dei propri classici megastore: il prossimo è a Brescia, e lo costruirà l’azienda di San Zenone. È proprio la Lombardia ad attirare i cantieri della Carron, con un valore delle commesse che sfiora gli 80 milioni di euro. Ma l’Expo non c’entra: «Abbiamo partecipato a un paio di gare, ma niente». A Milano la Carron sta realizzando “Una comunità per crescere”, avveniristico complesso residenziale interamente realizzato in legno massiccio.

Il 2012 ha segnato il debutto internazionale di Carron con il restauro di Fort Sant’Elmo sull’isola di Malta. L’estero, però, rimane marginale nel volume d’affari che per le costruzioni ha toccato i 142,5 milioni di euro nel 2013, in crescita rispetto i 136 del 2012. Le prospettive per l’esercizio in corso sono decisamente positive: il fatturato arriverà a sfiorare i 180 milioni di euro. Al fianco di Diego al timone dell’azienda ci sono le sorelle Arianna, Paola, Marta e Barbara con incarichi di direzione nei settori chiave. . L’azienda ha aperto una sede secondaria a Trento e una legale a Bolzano, «perché abbiamo un legame affettivo con quei territori», dice Carron. La ristrutturazione della scuola elementare “Noè Bordignon” a San Zenone degli Ezzelini: questo è stato il primo appalto consistente per il gruppo, cinqutan’anni fa. Ora l’azienda dà lavoro a quasi 250 dipendenti.

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