Carenza di farmaci negli ospedali della Marca. L’Ulss fa scorta per le Rianimazioni

Investiti 600 mila euro per reperire medicinali urgenti. Introvabili anche alcuni prodotti in farmacia

TREVISO. Coronavirus e carenza di farmaci negli ospedali e dietro ai banconi delle farmacie. L’Ulss 2 mette sul piatto 600 mila euro per reperire con «estrema urgenza» medicinali anestetici e miorilassanti, indispensabili per intubare i pazienti nelle Terapie Intensive. Si tratta di prodotti di uso comune, divenuti però merce rara con la pandemia. Introvabili oppure contingentati a causa del blocco delle esportazioni messo in atto da molti Paesi produttori.

L’ALLARME

La spia d’allarme si era accesa a ottobre. Contattate le ditte italiane che li producono, l’azienda sanitaria trevigiana continua a cercarli anche all’estero, ad esempio in Svizzera. I tentativi proseguono e stanno andando a buon fine. Grazie ai 594 mila euro stanziati, l’Ulss 2 continua a setacciare la disponibilità sul mercato internazionale per scongiurare che le sue Terapie intensive rimangano a secco. «Da ottobre 2020 si è assistito a una nuova impennata dei ricoverati con diagnosi da Covid-19» spiega l’Ulss. Dalle aree critiche arrivavano numerose richieste di miorilassanti quali cisatracurio, besilato, rocuronio e bromuro (usati per far rilassare la muscolatura), nonché anestetici per i pazienti che da intubare. Ora la seconda ondata sta allentando la presa: 25 pazienti accolti nelle Rianimazioni Covid, mentre ci sono 27 letti liberi. «Adesso abbiamo trovato i farmaci e abbiamo un buon margine di postazioni libere» fa sapere il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi «utilizzeremo questi medicinali per la ripresa dell’attività ordinaria e specialistica, con il graduale ritorno alla normalità delle Terapie Intensive, così da continuare a garantire le cure sia ai pazienti Covid positivi sia con altre patologie».

IN FARMACIA

La difficoltà a trovare farmaci indispensabili contro gravi disturbi e malattie croniche non risparmia le 230 farmacie che operano nella nostra provincia. All’appello mancano antiepilettici, alcuni tipi di insulina per il diabete, antinfiammatori. Il Salazopyrin della Pfizer, che sta avendo qualche difficoltà a garantire la fornitura di vaccini anti-Covid, arriva a singhiozzo.

«Il Salazopyrin è un antinfiammatorio intestinale usato per le coliti ulcerose e le gravi infezioni all’intestino. Di punto in bianco è scomparso dal mercato per molti mesi creando non pochi disagi, poi a dicembre Pfizer ha annunciato che sarebbe tornato disponibile, sono arrivate un po’ di confezioni, ora è mancante. I pazienti che ne fanno uso devono continuare ad assumerlo, questi ammanchi causano non pochi problemi» spiega Franco Gariboldi Muschietti, titolare della farmacia Alla Gatta di Castelfranco e presidente di Farmacieunite.

«Da tempo non riusciamo a trovare l’anticolesterolo Ezetrol, il Cardirene in dosaggio da 75 milligrammi per il cuore, il Plasil antinausea in compresse» prosegue il dottor Muschietti «così come l’antiepilettico Vimpat e certi tipi di insulina in penna si trovano solamente ordinandoli direttamente all’azienda produttrice». Una situazione che costringe centinaia di pazienti a prenotare per tempo la terapia. «Se vengono all’ultimo minuto rischiamo di non reperire in modo puntuale i farmaci di cui hanno bisogno» sottolineano da Farmacieunite.

CONSUMI IN AUMENTO

Tra i prodotti da banco “vanno a ruba” gli integratori. Acquisti cresciuti di cinque volte rispetto a un anno fa. In particolare, composti a base di vitamina C e D, e Lattoferrina. «La domanda è aumentata in modo significativo» conclude il farmacista Muschietti «il battage mediatico sulla tutela dell’infezione da Covid ha generato questo fenomeno».—



© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso