Capello mette gli occhi sul business del resort

Dopo avere aperto 21 negozi di ottica, il patròn Dario punta sul turismo Inaugurato a Ponzano il centro “Donna Lucia”: camere, piscina e wellness
Di Serena Gasparoni

TREVISO. La sua è una delle cinque famiglie più importanti d'Italia nel comparto dell'ottica, ma ora “cambia verso”, gettandosi a capofitto in una nuova avventura nel campo dell'accoglienza e ristorazione. Dario Capello, imprenditore trevigiano di 69 anni mercoledì, con un evento a cui hanno partecipato circa 800 persone, ha inaugurato il suo nuovo resort a Ponzano “Donna Lucia”. «Non ci dormo la notte», dice Capello ridendo. Eppure nel raccontare l'iter che ha portato all'avvio di questo nuovo progetto c'è entusiasmo, determinazione e quel pizzico di emozione e follia che non guastano. Chiunque in città, ma non solo, conosce l'Ottica Capello. Per la verità la conoscono in tutto il Triveneto, dato che oggi i punti vendita sono 21. «Sono figlio d'arte: mio padre, originario di Torino, aveva studiato a Milano. Lavorò in Galleria negli anni d'oro, era ottico tra le due guerre mondiali. Nei primi anni '50 venne a Treviso dove aprì la prima bottega in piazza San Leonardo». Un mestiere tramandato ai due figli, Dario ed Ermanno.

I negozi Capello negli anni si sono allargati a macchia d'olio. «Siamo tra le prime cinque famiglie d'Italia del comparto. Come tutti abbiamo risentito della crisi: la clientela è cambiata, l'occhiale da sole non è più uno status symbol come un tempo e si può trovare ovunque, nei centri commerciali, addirittura nelle tabaccherie», spiega Capello, in questi anni non solo imprenditore ma molto attivo anche nell'Unitalsi, l’associazione che organizza i viaggi a Lourdes. «Ci siamo concentrati nell'occhiale da vista che è da sempre il nostro core business». Oggi, complessivamente, i negozi Capello viaggiano su un fatturato attorno ai 12 milioni di euro l'anno. Ma c'è una caratteristica che li distingue come azienda: l'altissima fidelizzazione dei loro dipendenti (circa un centinaio) da cui dipende un turn over dello 0,02%. Prossimo allo 0 insomma. «I dipendenti arrivano e rimangono fino alla pensione. Diciotto di loro sono diventati soci e responsabili di altrettanti negozi. Ne consegue che abbiamo 18 partite Iva diverse, che, sotto l'aspetto contabile, può essere un problema. Ma questo sistema ha generato grandi vantaggi: i dipendenti, condividendo gli utili, sono motivati a fare in modo che il negozio vada bene. Insomma: non devo chiamare alle 19 per essere certo che la bottega sia ancora aperta. Tra noi c'è la massima fiducia perchè coltiviamo il medesimo interesse”. Infine: il 99% dei contratti è a tempo indeterminato e sono appena stati assunti due nuovi ragazzi. Questo solo per quanto riguarda l'ottica: altre 20 persone sono state appena assunte nel nuovo resort.

«Il caso ha portato a questa nuova attività: volevo comprare un terreno alle spalle della casa di mia figlia. Il contadino però ha detto: o tutto o nulla. In un momento di euforia ho deciso di comprare anche la villa. Io di hotel non so assolutamente nulla, ho sempre girato il mondo come turista, però. Con mia moglie ci è venuta voglia di fare qualche cosa di bello, di ristrutturare questo spazio al meglio. Siamo andati avanti, poi una cosa tira l'altra ed ecco». Parla dal suo nuovo resort “Donna Lucia”, Capello: nell'avvio di questa nuova avventura vuole tenere tutto sotto controllo.

«Ci sono otto camere di lusso che diventeranno dieci, un anfiteatro, una piscina e due centri benessere. E ristorazione di alto livello».

Alla festa di inaugurazione hanno partecipato più di 800 persone. Una gioia. Ma anche un salto nel buio in questo momento di crisi? «Eh... ma questa struttura è così bella, così ben inserita in questo contesto. Forse qualche cosa che mancava qui, anche se non dovrei dirlo io», conclude Capello sorridendo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso