Caos treni alpini, oltre il danno la beffa
I convogli speciali pianificati da Coa e Trenitalia pagati dalla Regione con i soldi delle multe date alla società per i disservizi

Sabato 13 maggio, nei tre giorni dell’adunata degli alpini a Treviso, verrà ricordato per la città invasa da turisti, alpini, curiosi, ma anche e forse soprattutto – quel giorno – per il caos lungo la tratta ferroviaria Udine-Venezia, quella dove al mattino le stazioni vennero prese d’assalto da centinaia di visitatori che si trovarono incastrati e abbandonati in banchina da un servizio straordinario che non aveva effettuato alcun potenziamento del servizio lungo quel tragitto al mattino, aggiungendone solo due in orario serale, per i ritorni.
Frutto, come da noi svelato in quei giorni, di un calcolo incredibilmente errato fatto da Ana sul numero di partecipanti all’evento, che venne fissato – per sabato – a sessanta mila persone, quando ce n’erano da trasportare invece ben 150 mila. A confermarlo anche la Regione Veneto, che per coordinare l’intervento di Trenitalia si affidava alle riunioni del tavolo tecnico tra Ana e Trenitalia. Proprio «nel corso delle riunioni del tavolo tecnico, la Regione Veneto ha acquisito dall’ANA i dati ad essa disponibili in relazione al numero dei partecipanti, alla quota di essi che prevedibilmente utilizzerà il treno, alla loro origine, destinazione e agli orari previsti delle manifestazioni» scrive infatti la Regione in una delibera. Da questi calcoli, Trenitalia ha definito il numero di treni straordinari da attivare e il costo del servizio, o «del disservizio» come poi hanno avuto modo di criticare molti utenti minacciando richieste di rimborso e denunce. La Regione, preso atto del conto, ha approvato di pagarne una parte, «al netto del gettito da tariffa fissato al 35% dei costi operativi». Così il pubblico ha aggiunto ben 63.331,25 euro.
Per ripagare le spese dei 74 treni speciali pianificati tra sanato e domenica Trenitalia quindi ha avuto la possibilità di incassare la quota sui biglietti venduti ai tantissimi visitatori assiepati nelle stazioni lungo la Udine-Venezia, ed anche l’assegno della Regione.
E qui viene il bello. Perchè quell’assegno, di fatto, si è tramutato in uno sconto di pena. I 63 mila euro stanziati dal pubblico per pagare lo sforzo alpino di Trenitalia sono stati infatti prelevati «dalle sanzioni comminate a Trenitalia nel 2016 e in esercizi pregressi e non ancora definitivamente applicate» per i disservizi registrati nel servizio ai pendolari e viaggiatori in genere. Una multa che nel solo 2015 valeva 694.800 euro.
In soldoni quindi, sono stati anche gli stessi viaggiatori paganti vittima della mancanza di treni a pagare il servizio insufficiente. Quasi un paradosso. Resta da capire se alla fine di tutto, adesso che l’evento è passato e tutti hanno festeggiato incassi e risultati «dell’adunata dei record» (in primis il Coa che sbagliò i conti) qualcuno pagherà il disservizio. O sarà sempre
Pantalon.
Federico de Wolanski
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