Cannoni antigrandine Si continuerà a sparare

FARRA DI SOLIGO. Cannoni antigrandine, si continuerà a sparare. Nonostante le lamentele dei residenti, svegliati nel cuore della notte dalle cannonate, e nonostante continuino a mancare le prove scientifiche a sostegno della loro utilità, il Comune di Farra di Soligo ha deciso di rifinanziare l’artiglieria…meteorologica. Nel territorio di Farra ci sono cinque cannoni antigrandine. La giunta del sindaco Giuseppe Nardi ha deliberato all’unanimità lo stanziamento di contributi a favore del “Progetto di difesa attiva dalla grandine tramite unità a onda d’urto”. In totale 700 euro che andranno nelle casse di Co-Di-Tv, il Consorzio di Difesa proprietario dei cannoni e responsabile della ricerca di finanziamenti, non solo dai Comuni ma anche da Provincia e Camera di Commercio. Ormai si sta già vendemmiando, ma la lotta contro la grandine riprenderà in primavera. Installare un cannone antigrandine costa 20 mila euro, e ogni anno bisogna mettere in conto le spese di manutenzione e quelle per i prodotti chimici in grado di generare l’onda d’urto che dovrebbe frantumare i chicchi di grandine in cielo. Operazione, questa, contestata da più parti: la grandine si forma troppo in alto per essere raggiunta dall’onda del cannone; e se così fosse, l’onda d’urto di un tuono sarebbe di gran lunga più potente e più efficace di qualsiasi cannonata. Più della scienza, però, possono le tradizioni, e allora il Consorzio di Difesa si è fatto portavoce delle richieste degli agricoltori, convinti sostenitori dell’utilità del cannone. Tanto che anche i produttori dei Comuni ancora “scoperti” dai cannoni ne chiedono l’installazione, convinti che le cannonate di Valdobbiadene sospingano le nubi, e la grandine, verso i loro raccolti. Il Comune di Farra ha accolto le richieste del Consorzio, sottolineando «l’importanza di tale intervento per la forte incidenza del settore vitivinicolo sull’economia di questa zona». (a.d.p.)
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