Camiceria Italiana, 70 lavoratori a rischio

Crocetta, i dipendenti della società che ha rilevato la Carrel sono in credito di 3 mensilità. Chiesto il concordato preventivo
Di Serena Gasparoni

CROCETTA. Attendono ancora tre mesi di stipendio arretrati e rischiano di perdere il posto di lavoro. Sono i settanta dipendenti di “Camiceria Italiana S.p.A.”, la denominazione che da qualche mese ha sostituito il nome a tutti noto di “Carrel S.p.A” di Crocetta del Montello, realtà da sempre leader nel settore della produzione di camicie passata in mani toscane. Dopo la richiesta (accolta dal tribunale) di concordato liquidatorio il loro posto di lavoro è appeso a un filo. Negli ultimi anni l’azienda aveva attraversato non poche difficoltà legate attutite grazie al ricorso alla cassa integrazione ordinaria. Nel dicembre del 2013 si è deciso di ricorrere alla cassa integrazione straordinaria, di lì a poco la situazione è precipitata. Fino al 2000 l'azienda era stata diretta da Antonio Cinel; era poi stata acquisita dalla famiglia dei Del Siena di San Sepolcro di Arezzo. Erano seguiti anni di difficoltà, legati alla crisi del settore e dei consumi. Gli accordi sindacali avevano permesso ai dipendenti di lavorare quando c'erano gli ordinativi e di rimanere in cassa integrazione ordinaria nei periodi di minor flusso. Insomma: poco lavoro, ma per tutti. «Da marzo 2014 l’azienda non è più stata in grado di anticipare stipendi e cigs e a giugno ha depositato domanda al tribunale di Arezzo di ammissione al concordato preventivo» dichiarano Gianni Boato Femca Cisl Belluno Treviso e Wilma Campaner Filctem Cgil Treviso. Ad oggi i dipendenti attendono ancora gli stipendi di aprile, maggio e giugno, oltre a rischiare definitivamente il posto di lavoro. Lo scorso 21 novembre Camiceria Italiana Spa è stata ammessa alla procedura fallimentare: questo apre alla possibilità di un nuovo anno di cassa integrazione.

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