Caffè della Dè Longhi nel fiume Musestre L'ha scoperto l'Arpav

RONCADE.

C'è del caffé nelle acque del Musestre. Le analisi Arpav hanno rivelato che nel fiume c'è del caffé disciolto, derivante dal collaudo delle macchinette del caffé da parte della Dè Longhi che scarica nel Mignagola. Ed è polemica.

La scoperta è avvenuta nelle rilevazioni disposte per capire le cause della morìa di pesci. L'assessore all'Ambiente Gilberto Daniel, che contro l'inquinamento del Musestre e degli affluenti fa una battaglia da tempo, non si accontenta della relazione dell'Agenzia regionale per l'ambiente. «Non ci fermeremo qui - annuncia - l'amministrazione, in collaborazione con le associazioni dei pescatori, intende continuare a monitorare questo fenomeno strano. Gli esiti delle analisi sono in contrasto con lo stato del fiume». Il riferimento di Daniel è alla relazione che l'Arpav ha inviato in municipio dopo la seconda tornata di prelievi d'acqua. In particolare gli accertamenti dell'Agenzia regionale hanno interessato gli scarichi produttivi della Cartiera Burgo Group e della Dè Longhi, entrambe con sede a Mignagola. Conformi all'autorizzazione i valori registrati alla Cartiera Burgo Group. L'attenzione si è quindi concentrata sulla Dè Longhi che a Mignagola produce - come riportato nella relazione dell'Arpav - «circa 5 mila macchinette elettroniche casalinghe da caffé al giorno». Le acque di lavorazione vengono parzialmente scaricate nel Mignagola. I reflui in arrivo al depuratore sono costituiti «dal caffé di collaudo misto all'acqua di lavaggio dei filtri e delle tubazioni di ogni macchinetta elettronica da caffé». Caffé a parte, i campionamenti effettuati allo scarico delle due aziende sono conformi alla legge. L'Arpav non spiega tuttavia l'origine del cattivo stato di salute del fiume. «Ma allora - si domanda Daniel - cosa inquina le acque del Musestre?». Nell'incontro con le associazioni dei pescatori l'assessore metterà a punto una strategia per individuare il colpevole. (ru.b.)