«Ca’ Zenobio è la casa di De Poli»

«De Poli abita e vive da anni a Ca’ Zenobio, detta anche vila Marcella. Ma quell’immobile non è suo, e anche se è di proprietà di Fondazione, vorrei dire che quello è un bene di tutto il territorio, di tutti i cittadini: va aperto al quartiere e alla città, altro che residenza privata»
E’ Alfio Bolzonello, ex consigliere comunale, noto esponente del volontariato trevigiano, a sollevare il caso De Poli. Senza tanti giri di parole, disegna un uso privato e privatistico da parte del presidente, di un bene di proprietà di Fondazione, che a suo avviso dovrebbe peraltro patrimonio pubblico.
L’accusa, durissima, è arrivata ieri pomeriggio, in un incontro al centro civico di Santa Bona, all’Immacolata, una sorta di confronto tra i residenti del quartiere, guidati da Enrico Renosto (anch’egli ex consigliere comunale del Pdl, oggi esponente di Area Popolare), e l’amministrazione comunale.
Al centro della discussione c’erano i diversi problemi del quartiere. E quando si è parlato di spazi Bolzonello non ha avuto esitazioni: «Ci sono spazi da aprire, nel quartiere, come quelli parrocchiali, che il comune deve far mettere a disposizione dei cittadini con apposite convenzioni. E ci sono spazi oggi chiusi che vanno dati al territorio. Come Ca’ Zenobio...»
Qui è partito l’affondo dell’ex consigliere comunale, che poi ha rilanciato la sua proposta di un uso pubblico della splendida villa con barchessa ai confini della città, poco oltre la chiesa di Santa Bona.
«Invece di venire utilizzata come abitazione dal presidente, andrebbe invece concessa alle associazioni musicali, ai cori, alle scuole di musica e alle istituzioni culturali», ha infatti aggiunto Bolzonello, «e lo dico perché ricordo bene la vocazione che Fondazione Cassamarca ci volle dare all’inizio, un centro dedicato ad iniziative di alto livello in campo musicale e culturale».
Dino De Poli utilizzerebbe l’immobile, o meglio una parte del vasto complesso, da un paio di anni. In precedenza aveva utilizzato viveva a Ca’ Tron
La villa di Santa Bona, costruita a fine Seicento, e restaurata da Fondazione Cassamarca nel 2002, aera poi rimasta chiusa, e invano messa sul mercato da Fondazione. Attualmente ci vivono anche i dipendenti filippini che sono i custodi dell’immobile.
Altro è lo staff personale del presidente, che comprende in particolare la segretaria e l’autista, cui dopo la quiescenza è stato rinnovato un contratto di collaborazione esterna.
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