Ca' Sugana ci ripensa: giochi in piazza, ma non molesti
Il Comune fa coprire i cartelli con il disegno della palla: «Purché non si esageri». Venerdì un flash-mob di protesta

AGOSTINI AG FOTOFILM TREVISO CARTELLI DI DIVIETO GIOCHI, IN FOTO PIAZZA S. M. DEI BATTUTTI
La giunta, ieri, ha coperto i cartelli di divieto di gioco del pallone nella nuova piazza di Santa Maria dei Battuti e di piazza San Parisio.
Ma solo a metà: non è più visibile la parte superiore dei pannelli – ovvero il logo «non palloni da calcio» – mentre non è stata coperta la parte sottostante, quella che ricorda l’articolo 37 del regolamento comunale di polizia urbana, laddove vieta espressamente i “giochi molesti”. Come recita il testo di un’apposita ordinanza emessa ieri dal vicesindaco Roberto Grigoletto, assessore alla Sicurezza. Insomma, giochi sì ma non molesti.
Ma intanto, la
querelle
sul divieto del gioco del pallone – con l’imbarazzo della giunta – innesca mille iniziative e commenti. La più eclatante è quello dell’ex consigliere comunale Enrico Renosto, che ha organizzato un flash- mob di protesta venerdì 30 giugno alle 18, in piazza Santa Maria dei Battuti, dove invita i ragazzi a venire con palloni, fischietti e giocattoli: «Cosa devono fare i ragazzi, giocare solo a carte e scacchi?», scrive Renosto, «togliere le piazza ai bambini vuol dire colpire al cuore la socialità del centro: penso alle mamme alle nonne, ai baby sitter. La giunta spende milioni per ridare vita a un luogo, e poi fa nascere una piazza senza vita e senz’anima, con cartelli che lì vogliono di fatto un cimitero. Assurdo, in concepibile»
Ma intanto, ieri, la giunta è intervenuta sulla cartellonistica. Ed è Grigoletto, che ha il referato della polizia municipale, a spiegare il senso dell’intervento: «C’è stata un’incomprensione, purtroppo il settore Lavori Pubblici ha fatto affiggere i cartelli dove il disegno non rende lo spirito dell’articolo. Perché non si vietano i giochi in piazza “a prescindere”, ma solo quelli molesti, ovvero continuare a tirare il pallone contro un muro, disturbando la quiete, o addosso alle persone. Per questo abbiamo coperto solo il disegno che metteva al bando il pallone, e lasciato invece il pannello che ricorda l’articolo 37 che proibisce appunto i giochi molesti. Qualcosa di simile era avvenuto a Vicenza».
Insomma, la giunta non mette al bando il pallone, a patto che sia disciplinato (ma chi dà la misura della disciplina e della non molestia? ah, saperlo). E dunque si potrebbe anche giocare con palle, palloni e palline, ma senza molestare residenti e passanti.
La linea dell’ordinanza fa ora chiarezza in un municipio dove evidentemente ci sono state diverse linee e forse non sempre mano sinistra e mano destra si parlano.
Ma c’è anche un piccolo caso: il cartello errato era stato affisso anche in piazza San Parisio, dove peraltro nel 2008 un’ordinanza della giunta Gobbo, ultimato il restauro firmato dall’architetto Toni Follina, proibiva il gioco del pallone
tout court
- senza se e senza ma, si direbbe oggi - e anche lo stesso transito della bici nella piazzetta «sovrastante» la Pescheria. Ci fu anche un (poco seguito in verità) sit-in di protesta dell’allora consigliere grillino David Borrelli e dell’associazione Italia Nostra. Nove anni dopo, siamo ancora lì, o quasi.
(a.p.)
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