Buco da 22 milioni: fallita la Pozzebon

Trevignano, a casa 32 lavoratori. Anche un debito di 7 milioni con l’erario per l’azienda di impianti elettrici dell’ex sindaco
Di Fabio Poloni
conegliano conferenza stampa comune
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TREVIGNANO. Un buco da 22 milioni di euro. Fallimento e licenziamento per 32 dipendenti. Debiti con l’erario che superano i 7 milioni. Crolla la “Pozzebon Gino impianti elettrici Sas”, la società dell’ex sindaco leghista di Trevignano, 73 anni. Il tribunale di Treviso venerdì ha dichiarato il fallimento della società con sede in via Ortigara, a Trevignano.

Un’azienda sana, patrimonializzata, in crescita fino al 2010, quella di Pozzebon. Poi è stata travolta da un circolo vizioso partito con il fallimento della Conegliano Iniziative Immobiliari, a maggio dello scorso anno: si trattava di una società per azioni attiva nell’immobiliare, che in origine aveva tra i soci anche i gruppi Panto e Biasuzzi, oltre allo stesso Pozzebon. Quel fallimento ha lasciato in dote alla Pozzebon Gino impianti elettrici un insoluto di circa cinque milioni di euro. È stato il primo passo verso il tracollo: quel buco ha trascinato la società di impianti elettrici in una crisi di liquidità che l’ha progressivamente paralizzata, fino ad arrivare al blocco del credito da parte delle banche. «Una situazione emblematica», dice l’avvocato Enrico Villanova, che con un pool di professionisti ha tentato fino all’ultimo di trovare una soluzione per evitare il fallimento, «purtroppo non ce l’abbiamo fatta». La richiesta di concordato preventivo non è decollata, e nemmeno un accordo per la ristrutturazione aziendale e la vendita del parco immobiliare in portafoglio alla società. Risultato: un’esposizione sempre più pesante, sia con i creditori, sia con il fisco, che ha portato il pubblico ministero Antonio de Lorenzi a chiedere il fallimento.

Per l’esame (complicato) dello stato passivo, il tribunale ha dato tempo ai creditori fino a marzo del prossimo anno per uscire allo scoperto. Al momento il passivo accertato è di circa 22 milioni di euro, sette dei quali con l’erario (Iva, ritenute certificate, sanzioni per un contenzioso sull’Irpef del 2007). Per Gino Pozzebon si potrebbe aprire anche un fronte penale, se la Procura (come è probabile) dovesse contestare il mancato versamento Iva.

Toccherà ora al curatore fallimentare, Alberto Lazzar, e al giudice delegato Bruno Casciarri ricostruire il quadro debitorio e patrimoniale dell’azienda. Il solo debito Iva ammonterebbe già a circa 1,8 milioni di euro. Dietro i numeri del fallimento, però, l’aspetto più drammatico è ora quello occupazionale: al curatore spetta anche l’ingrato compito del licenziamento dei 32 dipendenti in organico.

@fabio_poloni

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