Bricoman di San Fior, la protesta dei non assunti: "Scartata perché mamma"

San Fior. «Poca disponibilità a lavorare nei weekend? Macché, io rifiutata perché mamma». Intanto ieri apertura col pienone
Allegranzi Conegliano Bricoman
Allegranzi Conegliano Bricoman

SAN FIOR. Pontebbana invasa dai veicoli, auto ovunque, ieri, con clienti e dipendenti che hanno dovuto camminare a pochi centimetri dai tir che sfrecciavano, perché il parcheggio non è riuscito a contenere le migliaia di persone arrivate per l'inaugurazione del Bricoman. C'è chi ha posteggiato fino al ParcoFiore, dovendo poi percorrere la Pontebbana a piedi in un tratto dove non esistono marciapiedi, né strisce pedonali. Per garantire la sicurezza, regolare la viabilità ed evitare incidenti, è intervenuta sul posto una pattuglia della polizia locale di San Fior. La nuova attività commerciale ha fatto il boom di presenze all'apertura, anche in un giorno feriale.

Oltre alle serrande si è aperto un dibattito sui lavoratori. «Abbiamo avuto enorme difficoltà a trovare personale del luogo - aveva detto al taglio del nastro la responsabile risorse umane di Bricoman, Maria Tamborra -, perché qui non amano lavorare su turni il sabato e la domenica».

Il sindaco di San Fior Gastone Martorel aveva elogiato la multinazionale francese per aver creato posti di lavoro in paese e aveva spiegato che le porte sono aperte ai tanti lavoratori «arrivati da fuori territorio». Ben 85 sono state le assunzioni del Bricoman di San Fior, solo 26 però di residenti in zona. 2.500 le candidature, 500 dal trevigiano.

«I trevigiani rifiutano il lavoro nel weekend», il caso del Bricoman a San Fior
Allegranzi Conegliano inaugurazione nuovo Bricoman Edoardo Pagrozzi, Gastone Martorel e Mauro Vorcelli

«Prendo atto di questi dati, ma credo sia opportuno valutare quale siano state le tipologie e la durata di contratto offerto», spiega Federico Capraro, presidente di Ascom-Confcommercio. «Di solito avvengono grandi assunzioni per la fase di lancio - osserva il presidente di Confcommercio - dopo c'è un taglio in base ai volumi di mercato. Quando le grandi catene si presentano con enormi assunzioni è verificato che dopo alcuni mesi diminuiscono il personale quando si stabilizzano. Oppure, peggio ancora, assistiamo a casi come quello di Trony». Il riferimento è al recente caso della chiusura di 43 punti vendita della catena dell'elettronica, con 500 lavoratori lasciati a casa. Nel frattempo alcuni dei candidati all’assunzione che avevano presentato il curriculum a Bricoman, sollevano delle obiezioni, commentando la notizia sulla pagina Facebook del nostro quotidiano.

«Mi hanno scartato perché sono sposata - sostiene sui social una giovane montebellunese - mi hanno chiesto se volevo lavorare sabati e domeniche: ho detto assolutamente sì» ma l’assunzione non è arrivata lo stesso, e così è successo anche per tanti altri giovani che avevano dato la loro disponibilità per i turni del fine settimana.

La delusione in qualche caso è notevole e comprensibile. «Io sono stata rifiutata perché sono mamma - sostiene un'altra ragazza - loro mi hanno detto subito dopo il colloquio che l’essere mamma rappresentava un ostacolo, che loro avevano bisogno di gente senza impegni».

Ma c'è anche un'altra mamma, che invece plaude a Bricoman: «Mia figlia è stata assunta e si trova benissimo sia economicamente e anche come personale». I pareri sono quindi contrastanti, ad essere oggettivi sono i numeri. In fondo 2500 candidature per 85 assunzioni non sono poi così poche, anzi. Bricoman fa parte del Gruppo Adeo (Leroy Merlin, Auchan e altre insegne) che nel 2017 ha fatturato 21,8 miliardi di euro. La crescita economica esponenziale negli ultimi anni è stata data dal successo sul mercato.

 

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