«Botte quand’ero incinta». La ex accusa Luigi Sartor

«Mi picchiava, anche quando ero incinta. Mi ha spinto col ginocchio mentre ero a terra. Ho avuto paura, ho detto: la pancia!». Le accuse, pesantissime, sono nei confronti di Luigi Sartor, ex calciatore di Juventus, Inter, Roma e Parma: il trentottenne, nato a Treviso e cresciuto calcisticamente nel settore giovanile del Padova, è finito a processo per stalking, maltrattamenti e lesioni personali. Drammatica la testimonianza della donna nel corso dell’udienza che si è tenuta giovedì a Parma davanti al giudice Eliana Genovese. È stata proprio l’ex compagna, G.S., a denunciare il trevigiano, dal quale ha avuto una figlia che oggi ha 6 anni.
Il rapporto tra l’ex calciatore e la donna era cominciato nel 2005, ed era proseguito, tra altri e bassi, fino al 2010. Secondo la donna, però, che si è costituita parte civile, le liti sarebbero anche degenerate in veri e propri maltrattamenti. Una lunga serie di episodi, quelli messi in luce nella querela: dallo spegnimento del riscaldamento nella casa in cui convivevano, che costringeva la donna a rimanere al freddo, fino alle ingiurie e anche alle vere e proprie aggressioni fisiche. Una testimonianza tesa, pesante, quella della donna in aula, come descritto dalla Gazzetta di Parma: per circa tre ore la donna ha risposto alle domande del pubblico ministero, del giudice e degli avvocati. Sartor, che non era presente in aula, secondo l’ex compagna si sarebbe rivelato fin dall’inizio estremamente geloso, ai limiti dell’ossessivo. Prima sarebbero arrivati gli insulti, poi le violenze fisiche. «Un giorno sono stata presa per i capelli e poi sbattuta contro il muro e la portafinestra. Mi ha preso per il collo», ha raccontato l’ex compagna di Sartor, «Perdevo sangue dalla bocca, sono dovuta andare al pronto soccorso, eppure lui diceva che se non usciva sangue non mi aveva fatto niente».
Anni da incubo, quelli descritti dalla donna, che ha raccontato di non aver denunciato subito Sartor perché pensava di poter riuscire a gestire la situazione e di poter salvare il rapporto: «Io volevo una famiglia, volevo un padre per mia figlia», ha detto. Nel racconto della donna anche la gelosia esasperata del compagno: «Lui doveva sempre controllare tutto. Mi ricordo che quando uscivo per portare la bambina all’asilo, diceva che andavo a scopare. Non poteva nemmeno sopportare l’unica amica che mi ero trovata, un’estetista», scrive ancora la Gazzetta di Parma, «perché diceva che con lei andavo alle orge e che insieme avremmo potuto aprire una casa chiusa».
Alle violenze, secondo la donna, avrebbe assistito anche la bimba. «Eravamo nella casa di Parma», ha raccontato G.S. al giudice, «e lui mi ha presa e buttata contro il muro. Improvvisamente è arrivata la bimba, che ha urlato: “lascia stare la mamma”». È la goccia che fa traboccare il vaso: in quel momento la donna decide di dire basta. Lui non ci sta, iniziano i messaggi sms, terribili: «In uno è arrivato a scrivermi che ero il cancro della sua vita», ha raccontato l’ex compagna.
Il 19 dicembre 2011 Sartor era stato arrestato a Parma a seguito dell’inchiesta “Last Bet” sul calcioscommesse. Secondo l’accusa, Sartor ricopriva il ruolo di intermediario tra ul gruppo di scommettitori di Bologna (tra cui spiccherebbe il suo ex compagno di squadra Beppe Signori) e quello di Singapore nella gestione dei soldi delle scommesse.
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