Tensione tra FdI e sindaco Conte, Borgia: «Nessun ultimatum, ma rispetto per le nostre proposte»

Il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Claudio Borgia, replica a Mario Conte: «Nessun attacco, ma le nostre proposte non possono essere ignorate». Tensioni nella maggioranza a sei mesi dalle regionali

Andrea Passerini
Claudio Borgia (Fdi)
Claudio Borgia (Fdi)

«Non accettiamo ultimatum, i consiglieri del nostro partito hanno fatto proposte serie, su cui si può discutere ma anche non possono essere derubricate perché vengono da noi, e le due assessore lavorano bene, cosa c’entrano se la questione è politica?». Claudio Borgia, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, risponde a Mario Conte. L’atteso summit fra i due, chiesto dal sindaco come verifica di maggioranza, non si terrà né oggi né domani, forse fra qualche giorno, perché Borgia ha chiesto la presenza del “collega” leghista Dimitri Coin. Ma intanto il primo meloniano della Marca non le manda a dire, anzi.

Borgia, Conte ne fa una questione di vostri esponenti che non si muoverebbero nello logica dell’alleanza. Allude ad Acampora.

«Davide ha fatto una proposta, con richiesta al prefetto che è competente. Nessun attacco al sindaco, una proposta ragionevole, che non può essere scartata a priori solo perché arriva da Fdi: . Si può discutere. Quel che ha chiesto lui, rispettoso delle prerogative delle istituzioni, lo hanno chiesto altri nostri esponenti: cito fra gli altri il consigliere Aberto Ciamini».

Conte contesta l’uso strumentale ed elettoralistico, da parte vostra, della questione sicurezza.

«Penso che come destra abbiamo il tema nel Dna, ci sentiamo legittimati a parlare di sicurezza e a chiederne di più per i i cittadini. Zitti non staremo».

Lei difende dunque le vostre esponenti di giunta, a rischio poltrona?

«Senza dubbio, e mi stupisce che il sindaco abbia evocato rimpasti. A una poi sarebbe rimproverato di essere troppo attiva e presente: vivaddio, è una medaglia. Entrambe stanno facendo bene il loro lavoro, se il piano è politico e non amministrativo, ribadisco, non vedo perché tirare in ballo referati e di assetti di giunta».

Cosa dirà a Conte, allora? Che non vede problemi nella coalizione?

«Tutto è migliorabile, per cairtà. L’alleanza presuppone due partiti, che non sono la stessa cosa, e che dunque si possono avere visioni ed idee differenti. Ma ci siamo voluti in questa alleanza, e la gente non capirebbe ora le divisioni e gli attacchi fra di noi. Importante è discutere, confrontarsi, come del resto si fa ovunque, anch’ io a Montebelluna (è vicesindaco del leghista Bordin ndr). Non è sbagliati confrontarsi, se servono più riunioni di maggioranza convochiamole, chiariamoci, importante è uscire coesi dopo essersi chiariti le idee».

Si aspettava questo scoglio?

«Assolutamente no. Da un alto devo dire che la nostra volontà di stare in alleanza è dimostrata dal fatto che abbiamo ricevuti attacchi, da diversi esponenti di Lega e lista Conte, ma non abbiamo replicato e men che meno posto ultimatum. Siamo leali. Dall’altro, non mi sembra lungimirante e questa linea di Conte a sei mesi dalla regionali, Governiamo assieme , la gente vuole e ci chiede unità e stabilità, e non a caso quando è unito il centrodestra vince».

Forse incidono i nuovi rapporti di forza.

«Posso parlare per noi: siamo il primo partito nella Marca, in Veneto, a Roma. Non abbiamo alcun interesse, noi, a danneggiare l’alleanza. La riprova è che tra segretari provinciali c’è armonia e unità di intenti».

Fin qui Borgia. E adesso bisogna vedere se la tensione si allargherà anche al tavolo della partecipate, con tante delicatissime nomine ed assetti da definire da qui a fine luglio. 

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