Bordelli, la Zandonà denunciata a Jesolo

Scoperto a Jesolo dai carabinieri un giro di prostituzione, negli appartamenti molti clienti trevigiani

Diciotto case d’appuntamento, di cui sei chiuse. Trenta ragazze controllate che lavorano in estate a Jesolo come prostitute sotto mentite spoglie di accompagnatrici e massaggiatrici. Otto denunce per favoreggiamento della prostituzione: tra loro Bruna Zandonà, 63 anni, notissima tenutaria trevigiana, resa celebre da una puntata delle «Iene», e poi arrestata a Treviso per sfruttamento della prostituzione.

Le ragazze lavoravano anche 15 ore al giorno. Affittavano gli appartamenti a maggio, fino a settembre. Almeno 30 quelli censiti dai militari, in particolare in via Levantina. Lavoravano di solito in due per appartamento ma nei weekend, anche in 4 o 5. A volte la tenutaria è una delle ragazze prostitute.

Nei 18 appartamenti sono state trovate cinesi, qualche italiana, romene, ungheresi, brasiliane, colombiane e bulgare. Il target non è di alto bordo: tariffa dai 100 ai 150 €, una ragazza guadagnava 1000 € al giorno. I carabinieri, durante le indagini, hanno controllato decine e decine di clienti: turisti arrivati a Jesolo per trascorrere le ferie o il fine settimana. Numerosi i trevigiani e gli austriaci. Molti, con moglie e la famiglia erano in spiaggia, si facevano un «giretto in bici”, in uno degli appartamenti.

Sei sono stati sequestrati: gli inquirenti sono sicuri che chi li ha affittati, agenzia o privato che sia, sapesse benissimo cosa avveniva dentro.

L’inchiesta continua sul fronte fiscale. Le ragazze li affittavano per 4-5mila euro per la stagione, anche in nero Ma non solo dai proprietari: pure dalle agenzie immobiliari e all’insaputa del proprietario. Un inglese, affidatosi a un’agenzia, ha scoperto che era affittato in nero a una prostituta.

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