Boom dell'usato, +30% di vendite

Sette negozi nella Marca e fatturato in crescita: effetto della crisi
Libri, vestiti, mobili ed elettrodomestici: a Treviso è boom di mercatini dell'usato. Moderni rigattieri che raccolgono e vendono di tutto e che negli ultimi anni hanno registrato aumenti di fatturato quasi del 30% nonostante la crisi. O, proprio per effetto della crisi.


Nella Marca se ne contano già sette di negozi, ma le nuove aperture sono all'ordine del giorno: grandi magazzini all'interno dei quali è possibile trovare radio, televisioni, lampade, divani, poltrone, cucine, libri, abiti, giochi per bambini.


A questi centri è da aggiungere la new entry dei negozi specializzati in abbigliamento per bambini: sono già tre nel solo centro città.


Un business quello dell'usato che non conosce crisi e che anzi fa della crisi il suo strumento di successo. Persone che non avrebbero mai pensato di far spazio nel loro salotto ad una poltrona di seconda mano, girano ora questi centri a caccia del migliore affare.


La percentuale di stranieri che bazzica questi posti è bassissima: sono soprattutto trevigiani, di tutte le età e qualsiasi estrazione sociale. «E tanti anziani che non riuscendo ad arrivare a fine mese vengono qui a prendere ciò che serve, anche un gioco per i loro nipoti», spiega
Marzia Armanna
dello storico
Portobello
, uno dei primi negozi dell'usato a Treviso in viale della Repubblica, aperto dal'95.


«I nostri clienti sono soprattutto italiani, non tanto amanti del vintage quanto persone che a causa della crisi sono stati costrette a prendere in considerazione questa alternativa.


Gli stranieri non superano nemmeno la metà della nostra clientela», conferma 
Zeno Schiavon
, titolare de «
Il mercatino dell'usato
» in viale Monfenera. Giovani che mettono in conto vendita i loro vestiti passati di moda per raccogliere qualche euro, neosposi che decidono di vendere tutti i loro regali di nozze per pagare il mutuo, anziani che per arrivare a fine mese decidono di svuotare la soffitta: è la tipologia dei venditori.


«Anche qui abbiamo sentito la crisi, nel senso che raramente ci vendono oggetti di valore, preferiscono tenerseli in casa. Ma non ci possiamo lamentare: in 8 anni il nostro fatturato è quasi triplicato», spiegano in città.


Dati che vengono confermati anche dal presidente nazionale del franchising «
Il mercatino
»,
Gianni Perbellini
: 182 punti vendita solo in Italia, leader assoluto europeo nel settore, tra i primi dieci franchising in Italia per fatturato, un giro d'affari per 132 milioni di euro e una crescita del +24% nel 2009 e del +10% nel 2010.


«La crisi imperante degli ultimi anni ci ha spinti a tornare ad essere italiani - afferma - In altre parole ci ha costretto ad abbandonare la filosofia americana dell'usa e getta, quella del bicchiere di plastica, della casa prefabbricata. Gli italiani usano il bicchiere di vetro e hanno nel loro dna il riuso».
Argomenti:commercio

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso