«Bolzan, all'Usl 9 controlli carenti»

L'azienda si dovrà pagare i 550.000 euro spesi per la revisione del sistema
L’ingresso degli uffici Usl al Pime, dove lavorava Loredana Bolzan
L’ingresso degli uffici Usl al Pime, dove lavorava Loredana Bolzan
TREVISO. L'Usl 9 dovrà pagarsi gli oltre 550.000 euro spesi per la revisione del sistema organizzativo e di controllo, «gravemente carente», portato alla luce dal caso Bolzan, l'ex dipendente condannata dal tribunale a pagare 5 milioni di euro. E' quanto emerge dalla sentenza depositata nei giorni scorsi dal giudice Massimo De Luca. L'azienda sanitaria aveva infatti chiesto il rimborso di 144.511 euro, pagati alla «Ernst & Young» per rivedere i processi aziendali «con particolare riferimento a quelli concernenti la gestione del personale dipendente e convenzionato», e di 409.600 euro erogati alla società «Novaservizi», per «realizzare un progetto di avvio di un sistema di controllo interno delle procedure amministrativo-contabili».


Il tribunale, nel negare il risarcimento, afferma che l'azienda, «indipendentemente dallo scoppio del caso Bolzan, avrebbe dovuto rivedere i processi aziendali relativi alle procedure amministrativo-contabili e alle attività di verifica e di controllo propedeutiche all'erogazione di somme di denaro». Dopo aver citato alcuni passaggi della relazione ispettiva della Regione, che aveva posto l'accento sulla mancanza di controlli da parte dei superiori della Bolzan, il tribunale afferma che non c'è «alcun dubbio che il sistema dei controlli, vuoi per la negligenza dei responsabili preposti che per la mancanza di obbligatorie procedure di verifica, fosse gravemente carente e andasse cambiato, a prescindere dalla vicenda Bolzan».


E poi: «L'attività delittuosa dell'ex impiegata ha rivelato le falle del sistema informatico, che veniva manipolato a piacere». Il tribunale si dice poi stupito che, «un'azienda che gestisce rilevanti risorse pubbliche, non abbia svolto per tempo un'analisi delle attività e degli strumenti di controllo in relazione alla liquidazione dei compensi». Dunque, per questi motivi, «il quadro impietoso dello stato della funzionalità dei controlli presso l'azienda sanitaria, che il caso Bolzan, ha portato alla luce, induce a ritenere che sulla medesima azienda debbano gravare le spese che sono state poste in essere per la verifica e la revisione di tutto l'assetto organizzativo del sistema dei controlli sulla erogazione di somme di denaro». All'Usl 9 è stato anche negato il rimborso di 15.000 euro per la gestione dei rapporti con la stampa.

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