Bloccati in casa da 3 gradini «Noi, anziani inascoltati»

Giulietta, 84 anni, costretta a trascinare la carrozzina del marito Tarcisio di 91 «Barriere e blocchi agli accessi, c’è solo un’alternativa complicata»
Agostini Castelfranco via Catalani, 12 condominio con barriere architettoniche Giulietta Daminato
Agostini Castelfranco via Catalani, 12 condominio con barriere architettoniche Giulietta Daminato



Chiedono da due anni che l’entrata al loro condominio sia dotata di una rampa per consentire l’accesso ai disabili, ma finora non hanno avuto alcuna risposta. E ogni giorno tocca alla signora Giulietta, 84 anni, inerpicarsi sugli scalini per uscire con il marito Tarcisio, 91, costretto su una carrozzina, con i rischi facilmente comprensibili. Siamo in via Catalani al civico 12, una delle palazzine popolari gestite da Aeep. Il problema di Giulietta Daminato e Tarcisio Andretta riguarda anche altri tre condòmini, con difficoltà di deambulazione oppure anche loro in carrozzina.

«Abbiamo fatto presente il problema diverse volte», racconta la signora, «hanno fatto anche qualche sopralluogo, ma finora non è stato preso alcun provvedimento da Aeep». E pensare che esiste una legge che obbliga ad eliminare le barriere architettoniche soprattutto in presenza di persone disabili.

«Mio marito durante il giorno è ospite in un centro diurno: per fortuna il pulmino che lo trasporta ha una pedana mobile che arriva all’altezza della porta di ingresso, divisa dal piano stradale da tre scalini. Ma se voglio uscire per una passeggiata o semplicemente stare nel giardino condominiale con mio marito devo farmi letteralmente forza e trascinare la carrozzina sugli scalini. Finora ce l’ho fatta, ma ho anche la mia età…».

L’alternativa è trovare dei volonterosi che diano una mano: ci sarebbe anche una pedana posticcia in legno a disposizione del condominio ma deve essere messa e tolta ogni volta e non è gestibile da una persona anziana da sola. Mentre Giulietta racconta la sua storia, altri condòmini si avvicinano: «I residenti sono quasi tutte persone anziane che abitano qui anche da cinquant’anni», spiegano, «abbiamo fatto presente molti interventi che potrebbero agevolare chi ha problemi a camminare, ma non ci ascolta nessuno. E lasciamo perdere la manutenzione straordinaria». La principale lamentela riguarda il fatto che i residenti dei civici 10 e 12 sono praticamente chiusi dentro alla proprietà: «Anni fa hanno chiuso tutti gli accessi alle auto: ne hanno lasciato solo uno, chiuso da una sbarra che qualche volta anche non funziona, comandata da un telecomando. Chi abita da un lato riesce ad attivarla da casa, ma quelli dal lato opposto devono scendere per aprirla. C’è comunque un modo per arrivare ma bisogna conoscerlo, facendo un lungo giro dell’isolato».

«Per fortuna», spiega la signora Giulietta, «chi viene a prendere mio marito conosce questo percorso». La cosa ha risvolti decisamente rischiosi, quando devono accedere i mezzi di soccorso che non conoscono, ovviamente, il percorso alternativo. «Ambulanze e mezzi dei vigili del fuoco devono perdere tempo per capire come arrivare più vicino all’ingresso, bisogna che qualcuno scenda in strada e apra la sbarra. Ma è capitato recentemente che una signora anziana si sia sentita male: è riuscita a dare l’allarme, ma non poteva azionare la sbarra. Teniamo presente che in certi casi urgenti anche i secondi sono importanti…». La rabbia dei residenti è che nessuno ha mai capito perché qualcuno ha deciso di chiudere tutti gli accessi: se l’intenzione era quella di bloccare il passaggio dei motorini, la battaglia può dirsi persa. A fianco della sbarra si è ormai formato un sentierino: ostacolo aggirato. —



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