Birra e piatti chic a Montebelluna Nidaba ha vinto la sua grande sfida
Solo panini e pizze con le bionde? No, i fratelli De Bortoli
portano nella Marca un nuovo concept gastronomico

MONTEBELLUNA. «Sono stati quarant’anni bellissimi, anche se ci sono stati momenti molto difficili. Siamo stati talmente bene tra noi e coinvolti in questo lavoro che il tempo sembra essere volato». Daniela De Bortoli ripercorre con un sorriso ampio e commosso la lunga storia del Nidaba, il locale che ha creato nel 1979 con il fratello Andrea e con il marito Aldo Vendramini. Si emoziona ricordando quei tre ventenni che furono capaci di trasformare l’osteria di mamma Elsa in uno dei primi locali italiani che ha creduto nella cucina gourmet per accompagnare le birre di qualità, proprio come loro avevano visto fare nel nord Europa in anni in cui, in Italia, alla birra si abbinavano solo pizze e panini.
«Eravamo un trio affiatatissimo, sempre concordi e sempre in giro per l’Europa per curiosare, imparare, fare esperienze e portare a casa birre sconosciute in Italia. Abbiamo viaggiato per anni con un furgone, dormendo nei campeggi e visitando abbazie e birrifici, carichi di entusiasmo e di curiosità», ricorda ancora Daniela. E Andrea aggiunge: «Il compito più arduo ci aspettava a casa: sdoganare il binomio birra-cucina in una terra a forte vocazione vinicola. Ci siamo sforzati di offrire cose nuove da sperimentare, di stimolare la curiosità con proposte a volte anche inusuali, ma soprattutto di ragionare a lungo su come fare per renderle comprensibili e farle apprezzare. Lo sapevamo che non sarebbe stato facile, la sfida era e resta appassionante. Ora come allora».

Ed anche adesso che da quei loro vent’anni sono lontani, anche dopo l’improvvisa scomparsa di Aldo nel 2006, anche dopo che il loro impegno è stato consacrato dall’apprezzamento dei palati più esigenti e dalle guide gastronomiche internazionali, l’operosa curiosità dei fratelli De Bortoli non si placa: Andrea continua a selezionare birre e birrifici, a raccontare il mondo brassicolo ai clienti con enciclopedica conoscenza e illimitata passione, a collezionare whisky, rum e anche gin.
Daniela è il “jolly”, come dice lei, che si divide tra accoglienza, cucina e progettualità, sempre condivisa con il fratello con il quale ora sogna di avviare, dopo i due informali “NidaBar” aperti negli ultimi anni a Treviso e Castelfranco, una nuova avventura nel mondo dei distillati. «Per ora dico solo che abbiamo già l’immagine per l’etichetta», confida Andrea. «Sarà una foto di noi due, bambini, in piedi sul bancone dell’osteria di famiglia. Quando ce la scattarono non potevamo certo immaginare che oggi saremmo stati ancora qui, in un locale che ha un respiro internazionale, ma che abbiamo sviluppato attorno ad un bancone mantenuto allo stesso posto di allora».

C’è la sintesi di quel che è il Nidaba in questa affermazione: legami profondi ed evoluzione continua, apertura al mondo e solide radici familiari. Anche il giovane e talentuoso Lorenzo Torresan, chef arrivato al Nidaba qualche anno fa e ora a capo della brigata di cucina, lo conferma: «Qui si sente la forza della famiglia e della passione: Daniela è stata la mia tutor e continua ad essere la mia ispirazione nel fare tutto solo con ingredienti freschi e utilizzando tecniche anche inusuali come la disidratazione o la fermentazione. Andrea è un conoscitore di birre senza eguali che trova sempre la birra “giusta” sia come ingrediente sia come abbinamento. E forti di queste loro conoscenze, ma anche del loro affiatamento, continuiamo a sperimentare, ad esempio mettendo a punto salse e cotture, solitamente realizzate con il vino, utilizzando birre anche molto singolari che conferiscono a carni, pesci o dessert sapori e aromi esclusivi».
Una famiglia così forte che è riuscita a richiamare a sé chi aveva sempre pensato di volare lontano: Anna, figlia di Daniela, che oggi sovrintende la sala con Andrea. «Non avevo mai preso in considerazione questo lavoro», confessa, «Ma ero a Londra per redigere la tesi di laurea, ho lavorato per un po’ al Core di Clare Smyth e ho capito che questo è il mio posto. E sono tornata a casa». Poi, da cosa nasce cosa e tra una comanda e una pentola Anna e Lorenzo si sono anche innamorati. E anche se Daniela e Andrea hanno ancora mille progetti da realizzare, pare proprio che la seconda generazione sia già all’opera, coadiuvata come sempre da Paolo, fratello di Anna, designer di successo a Milano ma sempre presente con la sua creatività per continuare a fare del Nidaba un ristorante fuori dagli schemi. —
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