Bimbi rumorosi, scoppia la rissa in ristorante a Treviso

Treviso, dopo i rimproveri i genitori aggrediscono i camerieri. E lasciano cattive recensioni sul web
DE POLO AG.FOTOFILM TREVISO RISSA AL-ROSA PEONIA- IN VIA FELTRINA 125
DE POLO AG.FOTOFILM TREVISO RISSA AL-ROSA PEONIA- IN VIA FELTRINA 125

TREVISO. «Scusate, alcuni clienti si lamentano perché i vostri bambini disturbano, potreste controllarli?». Non l’avessero mai detto. La mamma si alza, va al banco, ordina un calice di vino. E appena le viene servito, lo lancia addosso alla titolare. Sono quasi le 22 di un affollato sabato sera, e alla Rosa Peonia, sulla Feltrina, scoppia il parapiglia. Da una parte i titolari del locale, la cui unica colpa è di aver redarguito quei bimbi un po’ troppo vivaci. Dall’altra un gruppo di nove persone (più due bambini), italiane, rumene e albanesi, che quei rimproveri li prendono malissimo. Volano insulti e minacce nei confronti dei ristoratori: «Vi bruciamo il locale», avrebbe detto qualcuno, secondo quanto riferito dai proprietari. Ad avere la peggio è un cameriere, figlio dei titolari, che a un certo punto viene aggredito dai familiari dei bimbi: finisce al pronto soccorso del Ca’ Foncello con - dice il referto - «escoriazioni da graffi al volto e al collo» e cinque giorni di prognosi.

La situazione si calma soltanto con l’arrivo dei carabinieri (la famiglia, a un certo punto, si era pure rifiutata di pagare), ma ora l’avvocato dei titolari promette di sporgere querela per lesioni, minacce e diffamazione. Non bastassero le botte, infatti, i clienti una volta tornati a casa si sono messi a bombardare di cattive recensioni, su TripAdvisor e altri siti dedicati, la Rosa Peonia («Molto scortesi con i bambini» recita una recensione), gesto che rischia di configurare il reato di diffamazione.

«In vent’anni di attività non ci è mai capitata una cosa del genere» spiega il titolare, Michele Marcis, «sabato sera eravamo strapieni, i signori avevano prenotato per nove e si sono presentati in 11, con i due bambini, ma nonostante questo avevamo trovato un posto per loro. A quel punto però i piccoli hanno iniziato a disturbare, si sono scontrati con i camerieri e hanno infastidito qualche cliente, che ha protestato. Mio figlio, cameriere, ha chiesto di tenerli buoni, e a quel punto è scoppiato il finimondo. Prima hanno lanciato un bicchiere contro mia moglie. Poi si sono accaniti su di lui. Infine si sono rifiutati di pagare, finché non abbiamo chiamato i carabinieri». Una vicenda che si è conclusa con il caos sul web, fatto di recensioni velenose, ma che riprenderà, molto presto, nelle aule di tribunale.

(a.d.p.)

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