Billa chiude e vende i suoi market: ora è allarme per i 120 dipendenti

Il gruppo austriaco lascia l’Italia, trattative con i concorrenti per la cessione dei punti vendita Una parte andrà a Carrefour, ma nella Marca il futuro è incerto: il sindacato chiede chiarezza
Di Fabio Poloni
VITTORIO VENETO..SUPERMERCATO BILLA..FOTOCRONACA CONEGLIANO ROTONDA VITTORIO VENETO..SALGAREDA..PONTE DI PIAVE
VITTORIO VENETO..SUPERMERCATO BILLA..FOTOCRONACA CONEGLIANO ROTONDA VITTORIO VENETO..SALGAREDA..PONTE DI PIAVE

Billa lascia l’Italia e vende i propri supermercati. E fra i dipendenti serpeggia la paura: che sarà di noi? Sono circa 120 tra città e provincia di Treviso i lavoratori dell’insegna austriaca di supermercati, con tre punti vendita nel capoluogo (via Risorgimento vicino l’ex Provincia, via Ghirada e viale IV Novembre) più quelli di Castelfranco e Valdobbiadene. La speranza è che la cessione non porti a licenziamenti: chi subentra dovrebbe dare continuità lavorativa al personale. «Per il momento, però, non ci sono certezze», dice Maria Luisa Buranel, Filcams Cgil, «Ci sono voci di un possibile subentro del gruppo Carrefour qui nella Marca, ma l’azienda non dice nulla. Abbiamo già presentato una lettere con la richiesta di conoscere il piano industriale: ancora nessuna risposta».

Il colosso austriaco, che fa parte del gruppo Rewe, ha già ceduto 53 supermercati che si trovano in Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta. Li ha acquistati Carrefour, a cui faranno riferimento anche i dipendenti. Il prossimo 21 luglio è in agenda un incontro nazionale con i sindacati per i dettagli del passaggio: in quella sede, i lavoratori trevigiani faranno sentire la propria voce per chiedere lumi. Il gruppo Billa ha ancora in Italia 83 supermercati dislocati tra Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna. Cinque di questi, come detto, sono a Treviso e provincia. «Ce n’era un sesto, a Olmi, ma è passato a Conad lo scorso anno», dice Buranel. Frank Hensel, presidente del consiglio di amministrazione di Rewe, nei giorni scorsi ha comunicato che Billa ha già avviato le trattative per vendere anche le strutture ancora in “portafoglio”: «Il nostro obiettivo strategico», ha precisato Hensel, «è quello di raggiungere una posizione rilevante in tutti i mercati in cui siamo presenti. In Italia finora non siamo stati in grado di raggiungere questo traguardo nonostante gli investimenti mirati e l’ottimizzazione della rete. Per queste ragioni abbiamo deciso di abbandonare il segmento dei supermercati in Italia, ribadendo che il focus in ambito internazionale è sui mercati di successo del Centro ed Est Europa».

«Gli attuali 3.784 collaboratori impiegati nei negozi in Italia», si legge in una nota, «saranno trasferiti ai rispettivi acquirenti. Per i 240 collaboratori di sede verrà invece elaborato un piano sociale con le organizzazioni sindacali». Una delle sedi legali è proprio in Veneto, ma non a Treviso: si trova a Carmignano di Brenta, in provincia di Padova. «Speriamo si trovi una soluzione anche per loro», dice la sindacalista della Cgil. Difficile se non impossibile, in quel caso, pensare a un passaggio “morbido” come per i dipendenti dei punti vendita. Il prossimo 21 luglio si potrebbe sapere qualcosa di più.

Argomenti:commercio

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso