Besta, studenti in casa di riposo due settimane con i “loro” nonni

solidarietà
Giovani e anziani si raccontano, per provare ad accorciare le distanze tra generazioni. Protagonisti ottanta studenti del quarto anno dell’istituto professionale a indirizzo sociale Besta di Treviso “inviati speciali” per due settimane, dal 7 al 18 gennaio, al fianco di duecento anziani tra gli ospiti accolti in otto case di riposo o strutture residenziali del territorio: l’Israa di Treviso, Fondazione Villa d’Argento di Silea, Casa Gino e Pierino Marani di Villorba, Villa Tomasi e Casa di riposo Villa Domenico di Spresiano. Il progetto finanziato dal bando regionale “Piani di intervento in materia di politiche giovanili” è stato ideato e promosso dal Comune di Spresiano in collaborazione con altri 12 Comuni della Marca con il coordinamento della cooperativa La Esse. L’iniziativa accolta dal Besta ha preso il largo coinvolgendo direttamente gli studenti delle classi quarte. Facendo leva su l’opportunità offerta dalle ore di alternanza scuola-lavoro previste a partire dal terzo anno. Giovani e anziani hanno così potuto iniziare a raccontarsi. Per conoscersi più da vicino e provare a superare reciproci stereotipi. Sotto la guida delle figure professionali al lavoro in casa di riposo come psicologi, educatori, assistenti sociali e operatori gli studenti si sono messi in gioco durante le attività di animazione. A tu per tu con i nonni ospiti, gli studenti hanno supportato gli educatori per un totale di 54 ore nell’arco delle due settimane. Lavorando nella messa a punto delle diverse attività ludiche e ricreative proposte e condividendo insieme agli anziani momenti di quotidianità. L’esperienza ha scandito per gli studenti anche il passo per iniziare a conoscere da vicino le professioni caratterizzanti l’indirizzo di studio sociale. Accorciando così le distanze tra la scuola e il mondo del lavoro. Oltre a quelle tra le generazioni: «L’obiettivo del progetto è stato quello di provare ad avvicinare tra di loro due mondi un po’ distanti», spiega Enrico Gava, educatore della cooperativa La Esse. —
Alessandra Vendrame
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