Bessica, la fabbrica dei fiori e delle piante

LORIA. Il più giovane imprenditore attivo nel settore ha 25 anni, il più vecchio 87 e ieri erano fianco a fianco al mercato di Trento per proporre le ultime novità in fatto di fiori e piante ornamentali e da frutto. Basterebbe solo questo dato per capire la “trasversalità” del florovivaismo a Bessica, dove da domani andrà in scena la 38ª edizione della fiera di un settore che ha fatto la fortuna della frazione di Loria. Impossibile non accorgersi di questa realtà: in via Baroni, la strada principale, è un susseguirsi di insegne dove i cognomi si ripetono. Un’avventura che ha cominciato a imporsi a metà degli anni Sessanta e che ora vede attive 40 aziende nel territorio comunale, con una stima di circa mille addetti: praticamente uno su tre dei residenti a Bessica, circa tremila abitanti.
«Di strada ne abbiamo fatta», dice il decano dei vivaisti, Giovanni Marchesan, 90 anni, «La preparazione delle piante è sempre stata una caratteristica della zona. Quasi tutte le famiglie coltivavano robinia che serviva a rafforzare gli argini di strade e ferrovie e saggina per fare scope. Poi si è cominciato con vivaismo». Ma perché proprio a Bessica? Qui non ci sono quelle risorse naturali o tradizioni secolari che giustificherebbero una presenza così massiccia. «Perchè si impara a rubare dove ci sono i ladri», scherza Giuseppe Maggiotto, 87 anni e ancora sempre presente nei mercati del Nordest, «In buona sostanza dopo che hanno cominciato i primi, altri si sono aggregati intravedendo le opportunità del settore e crescendo sempre di più. Una volta ci presentavano con tre prodotti sulle bancarelle, ora sono più di 300».
Ogni domenica per i vari mercati partono da qui 50 camion. Le aziende di grandi dimensioni sono tre-quattro, circondate da decine di piccole e medie, ma sempre a dimensione familiare. Un vero e proprio distretto produttivo (come recita l’insegna alle porte del paese), che ha trovato una sua organizzazione con cui sa tenere testa ai mercati e alle difficoltà. Un distretto che forse non risponde ai canoni per essere riconosciuto al pari di altri, ma che funziona e bene, anche per un forte spirito di coesione. «Va riconosciuta anche una capacità di reazione non comune», spiega il sindaco di Loria, Silvano Marchiori, «la crisi di tre-quattro anni fa si è fatta sentire, ma non ha lasciato ferite. Ad esempio, si è scommesso anche sui piccoli numeri oltre che sulle grandi forniture. Questo vuol dire avere intuito, ma anche un’esperienza che permette in poco tempo di trovare soluzioni. Nel suo insieme possiamo ormai parlare del florovivaismo come di un sistema industriale che continua a svilupparsi». Ma che rimane ancora fortemente radicato nel tessuto familiare.
«È solo in questo ambito che può nascere la vocazione per questo mestiere», dice Corrado Lanzarini, 25 anni, il più giovane imprenditore di Bessica, «Parlo di vocazione perché il lavoro è duro e non ci sono orari. Serve tanta passione, serve mettere a frutto la conoscenza che puoi farti solo nei vivai o nei mercati, serve anche capire dove va il mercato. Che è come la moda: cambia di anno in anno, poi magari ritorna simile ma non uguale. Occorre sapere anticipare quali saranno i gusti dei clienti, come anche saper proporre quella novità che fa la differenza. Ecco, forse è proprio questo il contributo più importante che possono dare le nuove generazioni: intuire dove va il mercato, avendo alle spalle una solida esperienza con cui puoi confrontarti».
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