Berco, 300 in sciopero contro i tagli / VIDEO

Oltre trecento lavoratori davanti ai cancelli della Berco per ribadire il loro no ai licenziamenti. Sono due i tavoli di trattativa che dovranno affrontare: uno con i vertici dell’azienda che vuole tagliare oltre seicento posti di lavoro, l’altro con il Governo, la cui “precarietà” è ben nota. Domani infatti si terrà il confronto con il ministero al quale le rappresentanze sindacali proporranno il ricorso ai contratti di solidarietà, essendo esaurite tutte le altre forme di ammortizzatori, come la cassa integrazione. Per quanto riguarda invece i vertici aziendali nessuna concessione alle proposte fatte dal vicepresidente Franco Tatò e dall’a.d. Lucia Morselli, chiamati a riportare in attivo entro il 2014 il bilancio della Berco e che prevedono appunto 611 licenziamenti.
Contemporaneamente ai loro colleghi di Busano Canavese, Sasso Morelli (Mo) e della sede principale di Copparo, anche i dipendenti dello stabilimento di Castelfranco sono scesi ieri in sciopero per otto ore (e altre otto devono essere calendarizzate) dando vita a una assemblea pubblica che si è tenuta davanti ai cancelli della sede di Borgo Padova: 378 persone sulle quali pende il non lontano rischio di licenziamento. «Troppo facile portare l’azienda a pareggio tagliando posti di lavoro, ci riuscirebbe anche un bambino» dice Costantino Santinon, rappresentante Fiom nella Rsu «Quello che manca è un serio piano aziendale per far tornare competitiva l’azienda. Siamo in una situazione difficile per tutti, dove chi verrà licenziato non troverà un nuovo posto di lavoro. Ribadiamo il nostro diritto a difendere tutti quelli che ci sono ora: con i contratti di solidarietà questo è possibile». Analoga posizione è stata espressa da Massimo Civiero della segreteria Fim Cisl, mentre il segretario provinciale Fiom Elio Boldo ha spiegato ai lavoratori qual è lo stato dell’arte dei rapporti con l’azienda dopo l’incontro del 3 aprile: «Rispetto ai contratti di solidarietà, Tatò ci ha risposto che c’è scarsa propensione per questo strumento. È inaccettabile un confronto senza un piano industriale, dove si chiede anche di rivedere i contratti in essere. Per questo l’agitazione continuerà».
Da parte del segretario provinciale Fim Cisl Antonio Bianchin è però arrivato l’invito, considerata la crisi dell’azienda dovuta alla grave congiuntura internazionale con produzione al di sopra degli ordinativi, a rendersi disponibili per rivedere le condizioni economiche: ma la proposta è stata vivacemente contestata da alcuni lavoratori. «Dobbiamo pagare noi gli errori di chi doveva amministrare questa realtà?» dicono molti dipendenti della Berco «l’ex a.d. Saturni aveva presentato soluzioni alla Thyssen Krupp (la multinazionale proprietaria della Berco, ndr) ma non sono piaciute. È chiaro che la Thyssen vuole solo tagliare». Solidarietà ai lavoratori è arrivata dal sindaco Luciano Dussin che ha partecipato all’assemblea: «Per chi vuole investire questo è un territorio fertile sia per capacità professionali che per la disponibilità ad agevolare ampliamenti. Ma non ci sono richieste in questoda parte della proprietà».
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