Beffato ex calciatore di A vince la causa, perde la casa

Il giudice dà ragione a Francesco Giuriati, ma pone a suo carico le spese legali L’atleta non ha i soldi per pagare: all’asta l’abitazione in cui vive con la madre
Di Sabrina Tomè

A fine anni Settanta era un quotato calciatore di serie A. Ora il trevigiano Francesco Giuriati rischia di rimanere senza un tetto perché la casa in cui vive con l’anziana madre andrà all’asta. All’origine della parabola discendente c’è un procedimento giudiziario. Una causa da cui l’atleta è uscito vittorioso. Eppure, quella vittoria, si è trasformata nella sua rovina. Proprio così: il giudice ha dato ragione a Giuriati, cancellando un sequestro sulla casa, ma ha lasciato a suo carico parte delle spese legali, circa 4 mila euro. E poiché l’atleta non aveva un euro per pagarle, quella somma è lievitata inesorabilmente con il trascorrere degli anni. Fino agli attuali 40 mila euro. Inutile dire che se l’ex calciatore non aveva i soldi all’epoca, men che meno dispone di questa cifra oggi. Il risultato? Esattamente quello che voleva scongiurare facendo la causa: la vendita della sua abitazione all’asta il prossimo 5 giugno; e non importa se lui ci abita con la madre di 77 anni. Questa è la giusitizia. O la malagiustizia, secondo Giuriati, che di essa si reputa una vittima. Ma eccola la storia dell’ex calciatore. Giuriati inizia nel 1967 con le squadre giovanili del Treviso Calcio, approda nell’Udinese quando era in serie C e poi al Foggia in A. La sua carriera finisce a causa di un brutto incidente stradale che non gli permette più di giocare da professionista. Continua per qualche tempo da dilettante, ma per vivere deve inventarsi qualcos’altro. Conoscenti lo convincono all’avventura imprenditoriale: nel 1991 diventa amministratore della società Res Italia, specializzata in abbigliamento sportivo. La gestione, però, non è delle più felici: Giuriati non controlla i conti con la stessa disinvoltura con cui controllava il pallone. Tanto che nell’ottobre del 1998 l’azienda viene dichiarata fallita. E il tribunale sequestra la casa dell’uomo a tutela della curatela fallimentare. Giuriati si oppone: quella è la sua abitazione, lì ci vive con la madre. Dopo aver dovuto rinunciare alla carriera calcistica e dopo aver perso l’azienda, non può permettersi di perdere anche il suo tetto. Per questo, assistito dall’avvocato Sergio Calvetti, inizia una causa che si chiude dopo anni: il giudice Diego Mattelini rigetta le pretese della curatela sbloccando, di fatto, il sequestro. Ma stabilendo la compensazione delle spese legali. «E qui inizia il mio calvario», spiega Giuriati. La somma è di 4.850 euro e 27 centesimi: è il costo della consulenza tecnica disposta dal tribunale. «Senza lavoro da quando la Res è stata dichiara fallita, non sono riuscito a far fronte al pagamento», spiega. Trascorrono gli anni, Giuriati non riesce a pagare, ma non dimentica il debito. Tanto che, disperato, bussa alla porta del consulente spiegando quali sono le sue condizioni economiche. Il perito ascolta e si dimostra disponibile a rinunciare alla sua parcella. Ma il sollievo di Giuriati dura un attimo: il tempo di prendere visione della nota spese integrale che riporta non solo l’ammontare della parcella, ma tutte le voci legate alla sua causa e integralmente a suo carico. Risultato: 37 mila 945 euro e 98 centesimi senza considerare appunto gli oltre 4 mila euro dovuti al consulente. Giuriati capisce che non c’è scampo: quella somma non potrà mai sborsarla. Un vero paradosso: ha vinto la causa, eppure sta perdendo tutto. Il 5 giugno la sua abitazione andrà all’asta. Restano ancora pochissimi giorni di tempo e Giuriati, che oggi allena i ragazzini di alcune squadre giovanili del comprensorio, spera ancora in una soluzione. Perché, in fondo, il calcio insegna: le partite durano sempre 90 minuti.

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