«Barchessa oscurata» E Goldin difende la sua Linea d’Ombra

Via libera a 3 palazzine vicino alla casa e sede operativa del critico a S. Artemio. Lettera a Ca’ Sugana: vincolo violato
Zago agenzia foto film incontro in redazione con sindaco manildo
Zago agenzia foto film incontro in redazione con sindaco manildo

Tre palazzine. Alte tre piani, nell’area tra il parco di villa Margherita e il sottopasso della Provincia, lungo via Ghirlanda a Sant’Artemio. Sono 5.400 metri cubi di residenziale, su un lotto di 8.150 metri quadri. Nella restante superficie, un parcheggio pubblico: una sorta di contropartita pubblica, un centinaio di stalli a favore degli utenti del parco di villa Margherita

Le vuole costruire l’impresa Genesio Setten, e ieri la giunta ha approvato il piano di lottizzazione. Ma sul tavolo della giunta, oltre agli atti interni degli uffici, è piovuta anche una lettera di Marco Goldin, anima di Linea d’Ombra, che esprime tutta la sua contrarietà al progetto, ne contesta la legittimità rispetto ai vincoli paesaggistici, e sembra profilare l’avvio di future azioni legali e amministrative.

Goldin agisce come vicino di casa molto interessato. La lottizzazione sorgerà infatti a ridosso della barchessa della villa veneta dove ha sede la sua Linea D’Ombra, nonchè la sua dimora. È il settecentesco palazzo dei Forestieri, c he impreziosisce il contesto del quartiere compreso fra la via retrostante il parco di villa Margherita e la stessa via Ghirlanda, e che comprende anche un piccolo oratorio.

Nella sua missiva - che ha tenuto banco ieri nella discussione per dare il disco verde al progetto, guidata dallo stesso sindaco Manildo che ha il referato all’urbanistica – Goldin non esiterebbe a esprimere tutto il suo sconcerto per il progetto. E ricorda come sull’edificio, in seguito al notevole restauro dell’immobile acquistato nel 2004, e culminato nel 2006 all’apertura di sede societaria e dimora, il Ministero aveva apposto un vincolo.

Un vincolo, va detto, indiretto: meno restrittivo di quello di villa Margherita, ma che in sostanza lega ogni possibilità edificatoria nella zona al rispetto delle visuali prospettiche degli edifici storici.

Secondo Goldin, la costruzione delle palazzine violerebbe questo vincolo, perché impedirebbe la visione prospettica dal lato di via Ghirlanda, in particolare nel tratto compreso fra il sottopasso della Provincia e lo stesso immobile. E in particolare della settecentesca barchessa. Senza contare altri aspetti territoriali, la ricaduta dell’area nella zona del parco del Limbraga e dello Storga. Goldin, oltre all’impatto delle palazzine, teme un vistoso deprezzamento dell’immobile.

La sua linea si scontra frontalmente con il sì del Comune, che segue il «placet» della Regione e soprattutto il disco verde della Soprintendenza. Forse quest’ultimo è il parere che Goldin non si aspettava, dal momento che a suo tempo l’organismo ministeriale aveva seguito passo passo il restauro del complesso di Sant’Artemio. Ora l’iter è avviato: Setten potrà cominciare i lavori. Per Goldin un nuovo braccio di ferro con il Comune. E stavolta il contenzioso - al Tar? – pare inevitabile. E chi fra gli ambientalisti l’aveva attaccato per Santa Caterina, cosa dirà ora?

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