Bar stangati per le insegne «Se sporgono serve l’ok»

MONTEBELLUNA. Tre multe, con relativa rimozione, stanno facendo scoppiare la guerra delle insegne pubblicitarie tra i locali pubblici e i negozi del centro storico, e il Comune. La polizia locale ha elevato tre verbali per insegne prive di autorizzazione e ne ha disposto la rimozione per chi voleva pagare la sanzione con lo sconto, altrimenti sarebbe stata più del doppio dei quasi 400 euro pagati.
Sono stati colpiti il bar, la gelateria e la gastronomia che si affacciano sulla centralissima, e pedonalizzata, via Cavour, anche se esibivano insegne che stavano lì da tanti anni senza che fosse mai stato sollevato il problema.
Colpiti tre esercizi uno vicino all'altro. D'altra parte colpito il primo con sanzione e ordinanza di rimozione dell'insegna, non potevano certo ignorare gli altri esercizi che si trovavano nella stessa situazione e per di più attaccati l'uno all'altro.
Solo che adesso, a rigor di logico, un controllo a tappeto delle insegne innescherebbe una raffica di sanzioni per le insegne pubblicitarie disseminate tra strade e piazze del centro storico, con conseguente rivolta dei commercianti. «Sono in regola solo le insegne che rimangono all'interno degli infissi dello stabile» spiegano al comando di polizia locale «o che hanno ottenuto l'autorizzazione da parte della commissione edilizia». È facile immaginare quante insegne, vecchie e nuove, sporgano, anche solo di pochi centimetri, dalla facciata dell'edificio. E che difficilmente sarà stata richiesta per ognuna l’autorizzazione all'installazione. Le insegne pubblicitarie devono, infatti, attenersi sia alle prescrizioni del regolamento edilizio che a quelle del codice della strada. E se sporgono su suolo pubblico dovrebbero richiedere il pagamento anche per il plateatico relativo alla loro verticale. Oltre naturalmente alla tassa sulla pubblicità. Ma non solo le insegne pubblicitarie, in seguito alla multa appioppata ai tre esercizi commerciali di via Cavour e alla rimozione dell'insegna, potrebbero entrare nel mirino dei controlli della polizia locale. Ma anche le tende di negozi e locali pubblici. Perché anche per le tende esistono delle norme.
«Dove hanno messo le vele, come in piazza Tommaseo» spiegano infatti al comando «dovevano essere tolte le tende perché la funzione di fare ombra veniva svolta dalle vele, ma nessuna tenda è stata tolta, sono rimaste tutte lì».
E la stessa cosa vale per via Manzoni, perché in quelle due aree pedonalizzate sono stati messe come arredo urbano delle coperture a forma di vela o foglia che avevano, appunto, la funzione di riparare le vetrine dei negozi dal sole e sostituire così le tende per dare uniformità alle facciate degli edifici commerciali.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso