Bancomat clonato in Perù Sull’estratto conto spuntano spese a Lima e in Sudamerica, denuncia immediata

E’ andato a fare rifornimento in piena notte. Una ventina di euro, non di più. Poi è ripartito tranquillamente. Due giorni dopo ha consultato l’estratto conto ed ha scoperto che qualcuno, chi ovviamente non si sa, aveva utilizzato la sua carta bancomat per fare spese a Lima e dintorni, dall’altra parte del mondo, in Perù.
E’ la storia dell’ennesima, spiacevolissima clonazione di carte bancomat. Nel mirino un ragazzo trevigiano che nei giorni scorsi è andato a sporgere denuncia agli agenti innescando tutti gli accertamenti e le verifiche del caso. «Difficile che sia stata clonata altrove» ha spiegato raccontando l’accaduto, «perché uso poco spesso la tessera e prima del rifornimento non ricordo di averla mai utilizzata». Le spese d’oltreoceano, fortunatamente per lui, era ancora limitate a poche «strisciate» per un valore di novanta euro. Una tecnica che sembra ricalcare in pieno una delle tante strategie messe in atto dai clonatori che, per evitare di essere scoperti e massimizzare gli incassi, al posto di prelievi consistenti preferiscono intervenire sui conti clonati con piccoli, frequenti interventi.
Il conto corrente del ragazzo è stato immediatamente bloccato e gli agenti sono ora a lavoro per tentare di ricostruire l’accaduto. Intanto, tra gli automobilisti, la notizia ha generato preoccupazione. La stazione di servizio di viale Montegrappa, frequentatissima da pendolari e moltissimi trevigiani, potrebbe essere stata oggetto dell’attenzione dei malviventi per giorni, registrando i codici di tante altre tessere elettroniche oggi potenzialmente in pericolo. Di qui l’attenzione degli investigatori che pare effettueranno anche delle verifiche in loco.
Dalla stazione di servizio intanto parte l’invito alla calma. «Il sistema che utilizziamo è sicuro, non ci sono stati segni di scasso e manomissione nel corso degli ultimi giorni tant’è che non abbiamo ricevuto altre segnalazioni». Non si esclude però che la clonazione sia avvenuta attraverso uno dei tanti lettori «posticci» posizionati dai malviventi davanti alla fessura dove viene inserita la tessera, e poi prelevata prima della riapertura della pompa di benzina. «Un sistema già scoperto altre volte» ammettono le forze dell’ordine, «che permette di leggere le barre magnetiche mentre si intercetta il codice segreto».
Le autorità invitano a mantenere massima attenzione ogni qual volta gli utenti utilizzano colonnine di pagamento o bancomat, ma anche sistemi di pagamento internet. Due giorni fa la fine delle indagini della Postale su due tessere clonate. La mente della truffa era a Roma. Ora in Perù.
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