Banchi e computer vecchi: le aule delle scuole di Treviso invase dai rottami

Treviso. Scantinati e sgabuzzini non riescono più a contenete il materiale da buttare Lo sgombero spetterebbe al Comune, qualche dubbio sul materiale informatico
agostini AG.FOTOFILM treviso materiale scolastico vecchio scuole ciardi
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TREVISO L’invasione dei vecchi computer dismessi nelle scuole medie ed elementari trevigiane. Con sgabuzzini, piani interrati, sottotetti e vecchie aule negli edifici scolastici traboccanti fino all’ultimo metro quadro di cosiddetti “rifiuti ingombranti”. Per la maggior parte materiale informatico fuori uso da gettare. A prendere il sopravvento, in attesa di venire a capo in maniera sistematica del problema del loro smaltimento, sono pile e pile di pc ormai fuori uso (dopo esser stati in servizio nelle segreterie scolastiche e nelle aule). E ancora registratori audio, vecchi computer portatili vetusti, proiettori e stampanti “da rottamare”. Tutti in attesa di giungere quanto prima in discarica. Come trovare il modo per smaltirli? E soprattutto a spese di chi?

agostini AG.FOTOFILM treviso materiale scolastico vecchio scuole stefanini
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«Per la voce arredi scolastici – i banchi e le sedie rotte, i vecchi armadi e le lavagne – il materiale viene smaltito a spese del Comune che è proprietario degli immobili scolastici delle scuole materne, primarie e medie», spiega il preside della scuola media Stefanini, Antonio Chiarparin. «Per quanto riguarda i vecchi computer, che sono invece di proprietà delle scuole, non è ancora ben chiaro come inquadrarli. Per questo stiamo chiedendo ragguagli al Comune. Di sicuro non abbiamo i soldi per chiamare Contarina a sgomberare gli spazi occupati. È un costo sia per la scuola che li usa, sia per il Comune che è proprietario degli edifici».

Quanto alla buona abitudine di riciclare vecchi computer, se possibile per altri usi, le scuole trevigiane hanno molto da insegnare. Così alla Stefanini succede che un vecchio portatile sia passato di recente dallo sgabuzzino all’atrio della scuola. Ancora buono da utilizzare se non altro per la registrazione dell’orario di lavoro del personale scolastico. Capita pure che dal mucchio affiori qualche pezzo da museo. Come il “bisnonno” degli odierni tablet, un portatile Olivetti datato la bellezza del 1978. Grande quanto un trolley da viaggio, è riemerso dal cumulo nel sottotetto e finito in vetrina, nell’atrio della Stefanini, in bella mostra.

agostini AG.FOTOFILM treviso materiale scolastico vecchio scuole stefanini
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Scuola che vai cumuli di computer fuori uso che trovi. La media Serena ad esempio ha dovuto sacrificare tutto il proprio piano semi interrato per far posto ai “rifiuti informatici”. «Lo smaltimento dei rifiuti ingombranti è un problema», aggiunge la dirigente dell’istituto comprensivo Serena, Michela Busato. «Perché ci sono costi elevati. Ogni tanto interviene il Comune a proprie spese a svuotare gli spazi. Ma altre volte la spesa è a carico delle finanze della scuola. E passano anni prima di tornare a svuotare gli spazi occupati». Con le casse delle scuole vuote non manca nemmeno chi si ingegna a far di necessità virtù. Come ha provato a fare la scuola media Martini che due anni fa ha partecipato a un progetto finanziato con fondi europei per la raccolta di apparecchi elettrici a scuola, nell’intento di sensibilizzare gli alunni e le famiglie alla raccolta dei materiali. Nei raccoglitori messi a disposizione di tutti hanno trovato posto pure i vecchi pc fuori uso della scuola: «Una volta fatto l’inventario del materiale da buttare e dopo averlo trasmesso al Comune abbiamo partecipato anche noi alla raccolta», spiega la preside della Martini Milena Valbonesi. Ancora alla Martini sono tornati dal 2012 a disposizione degli alunni quasi 200 metri quadri di atrio della scuola. Fino a cinque anni fa erano completamente fuori uso, soltanto perché occupati da vecchi rifiuti informatici accatastati: «Il materiale che abbiamo buttato via arrivava fino al soffitto», ricorda la preside. «Ci sono voluti quattro camion per liberare lo spazio. Allora l’intervento era stato fatto a spese del Comune. E oggi, dove c’erano pile di computer, vecchi banchi, e sedie rotte sono tornati a giocare i ragazzi».

 

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