Bancarotta, due anni per Diego Alvarez

Sottrae oltre 75 mila euro dalle casse dell’azienda in fallimento: due anni di reclusione, con sospensione condizionale della pena. Questa la sentenza pronunciata dal tribunale di Treviso nei confronti di Diego Humberto Alvarez, argentino di 43 anni finito a processo per rispondere dell'accusa di bancarotta fraudolenta. Motivo: l’uomo, secondo l’accusa, ha eroso il patrimonio della società “Patagonia Srl” con pagamenti ingiustificati e con operazioni imprudenti.
Alvarez, difeso dagli avvocati Guido Galletti e Rossella Martin, stando alle contestazioni della Procura di Treviso avrebbe distratto 75.330 euro dalle casse della “Patagonia” per versarli in quelle della società “Tierra del Fuego” senza un’adeguata causale. Inoltre, l’uomo avrebbe “consumato” parte del patrimonio sociale della srl in operazioni giudicate «imprudenti», come l’aver incrementato la propria quota di partecipazione nella “Idea Gelato spa” (per un valore di 602 mila euro).
La lista di contestazioni mosse dalla Procura è lunga. Come riportato nel capo d’imputazione, Alvarez avrebbe anche acquistato obbligazioni per circa 200 mila euro. In sostanza il quarantatreenne sarebbe riuscito a far sparire quasi un milione di euro dalle casse della società. Denaro che non si sarebbe intascato, o almeno non tutto, ma dilapidato in operazioni finanziarie avventate, come sottolineato in aula dal curatore fallimentare che decretò il “crac” della Patagonia Srl nel maggio del 2008.
Ieri, dopo la ricostruzione processuale della vicenda, il pubblico ministero Valeria Sanzari ha chiesto una pena di due anni per l’uomo, ancora irreperibile. La difesa ha chiesto la sospensione condizionale della pena. Il collegio dei giudici ha accontentato entrambe le istanze: Diego Humberto Alvarez è stato condannato a due anni, con sospensione condizionale della pena e non menzione nel suo casellario giudiziario. (f.p.)
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