Bambino in gita sul Piave trova una bomba inesplosa

Nervesa. Il gruppo del centro estivo era in uscita sui luoghi della Grande Guerra I carabinieri hanno recintato l’area, l’ordigno sarà fatto brillare dagli artificieri
Di Gino Zangrando

NERVESA. Bambino va in uscita con il centro estivo sui bunker della prima guerra mondiale e trova una bomba a mano inesplosa del conflitto. Il ritrovamento ieri alle 10 a Santa Croce del Montello dove una decina di bambini che frequentano il centro estivo privato "Estate con noi" gestito dalla palestra Hof di Nervesa, si è recata in visita alle postazioni di italiane della Grande Guerra, restaurate dall'associazione storico culturale Battaglia del Solstizio per poi scendere dalle alture sul greto del Piave dove gli accompagnatori volevano fare capire meglio ai ragazzi com'erano avvenuti gli scontri. Un bambino ha notato uno strano sasso metallico e ha chiesto all'accompagnatrice Elena Passera, moglie del sindaco di Nervesa Fabio Vettori, cosa fosse. L'animatrice si è accorta subito che si trattava di un ordigno. Ha raccomandato ai ragazzi di non toccarlo, ha chiamato il collega Simone Giovanelli, il quale non faceva parte della comitiva, chiedendo lumi sul da farsi secondo la legge. Giovanelli ha avvertito subito i carabinieri della stazione di Nervesa ed ha accompagnato un pattuglia sul posto. I militi dell'Arma hanno recintato l'area e segnalato la presenza dell'ordigno agli artificieri che lo prenderanno in consegna quanto prima. Si tratta di una bomba a mano detta Sipe dalla sigla della Società prodotti esplodenti, l'azienda milanese che la produceva. Adottata nel 1915, è la bomba più famosa della Grande Guerra, citata anche da Emilio Lussu nel capolavoro “Un anno sull'Altipiano”. Rimase in servizio ben oltre la Grande Guerra, trovando addirittura impiego nei primi anni della seconda guerra mondiale. Il piccolo ordigno, trovato dal bambino dell' “Estate con noi” quand'era perfettamente funzionante una volta lanciata e fatta esplosa avrebbe potuto creare conseguenze letali fino a 40 metri dal punto in cui fosse caduta. Durante la Battaglia del Solstizio che si è combattuta tra il Piave ed il Montello tra il 15 e il 22 giugno del 1918 furono lanciati milioni di ordigni tra bombe a mano e proiettili d'artiglieria tanto che alla fine delle ostilità vi fu chi, per sbarcare il lunario si mise a recuperarle e a smontarle per venderne i metalli. In tali operazioni, dettate dalla miseria, molti subirono mutilazioni o vi rimisero la vita. A distanza di 95 anni dal loro lancio gli ordigni inesplosi pur depotenziati possono esplodere se qualcuno volesse aprirli. Ritrovando la Sipe i ragazzi del centro estivo, che una volta alla settimana fanno un'uscita alla scoperta della cultura e delle bellezze naturalistiche del territorio di Nervesa, hanno potuto capire meglio forse cos'è significato per la zona del Montello la Grande Guerra.

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