Balle per i funghi e materia plastica lasciate nei campi

CASTELFRANCO. Un enorme cumulo di “balle” utilizzate per la coltivazione dei funghi, ricoperte di plastica: è quello rinvenuto nei giorni scorsi in un campo alla fine di via Piagnon, giusto al confine dei territori comunali di Resana e Castelfranco, solo per qualche metro rientrante in quello castellano. Ad accorgersi dell’anomalo deposito alcune persone che stavano passeggiando in zona che hanno subito allertato il Wwf per gli approfondimenti del caso.
A sua volta l’associazione ambientalista si è rivolta alla polizia locale di Castelfranco che martedì ha fatto un sopralluogo dando avvio alle indagini su quanto ritrovato: «Ad un primo esame si tratta di “balle” per la coltivazione di funghi – spiega la comandante Pina Moffa – ora approfondiremo la provenienza e verificheremo se non vi sono elementi inquinanti. Al momento possiamo dire che è usuale, una volta che si è esaurita la produzione di funghi, reimpiegare il contenuto, composto in gran parte da fieno, per concimare i terreni». A quanto pare, non è la prima volta che viene segnalato un fenomeno del genere, ovvero lo stoccaggio delle balle utilizzate per le “sbrise”: solo che in passato sparivano dopo qualche giorno, evidentemente svuotate del loro contenuto, mentre la plastica, si spera, avviata alle discariche.
«Attendiamo anche noi gli esiti delle indagini – spiega Walter Miotto, referente del Wwf castellano – ma quello stoccaggio non ha ragione di esistere: siamo in un terreno agricolo, ci sono le sorgenti sotterranee del fiume Dese. Non ci sono solo le balle dei funghi ma anche contenitori utilizzati per gli interventi in agricoltura. Non possono essere lasciati lì ma devono essere avviati allo smaltimento». –
Davide Nordio
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