Aviaria, abbattuti 27 mila polli e anatre

Contagio in due allevamenti tra Vallà e Fanzolo, necessaria la profilassi più drastica. Danni per oltre duecentomila euro
RIESE. Ventisettemila tra polli e anatre abbattuti a causa dell’influenza aviaria. A subire questa drastica forma di profilassi per evitare la diffusione del virus due stabilimenti contigui al confine tra Riese e Vedelago, nelle frazioni di Vallà e Fanzolo.


Il focolaio originario dell’infezione è stato riscontrato venerdì presso lo stabilimento Dallan Cristian in via Molino di Ferro a Vallà, un allevamento di 15 mila capi avicoli, tra cui anche galline ovaiole e in misura minore anatre. La segnalazione di alcuni decessi tra gli animali ha fatto subito scattare l’allarme ed è stato avviato il procedimento previsto a livello comunitario per scongiurare il diffondersi dell’aviaria nelle zone circostanti da parte del servizio veterinario del distretto di Asolo dell’Usl 2. Già sabato nello stabilimento riesino sono iniziati gli abbattimenti: ieri invece è toccato all’allevamento vicino, distante pochi metri, gestito da parenti del primo, con l’uccisione di 12 mila capi: «Una decisione – spiega il coordinatore del servizio sanitario dell’Usl 2, Stefano De Rui – presa per il fatto che, pur non essendo confinanti, i due stabilimenti sono funzionalmente connessi». In altre parole c’è personale che opera nell’uno e nell’altro, e il passaggio avrebbe potuto far trasferire il virus. «Era da almeno tre anni che non ci trovavamo a operare in questo ambito su questo territorio – continua De Rui – diversamente dalle province di Padova e di Verona gli allevamenti avicoli non sono così diffusi nella Castellana. Ma una settimana fa, in un ambito rurale aperto, sono state ritenute positive all’aviaria alcune anatre che nuotavano in un laghetto, trovate morte».


I due stabilimenti erano in regola con il regime di biosicurezza che permette di tutelare gli animali da eventuali contagi: tuttavia il virus è arrivato lo stesso. Tra le ipotesi, a portarlo potrebbero essere stati uccelli selvatici che hanno sorvolato la zona. «In caso di aviaria – continua De Rui – occorre agire tempestivamente, come prescrivono le norme europee: e a tempo record sono state ottenute le ordinanze sindacali che ci hanno permesso di intervenire». Per le due aziende il danno non è da poco: il valore degli animali abbattuti si può stimare su circa duecentomila euro. Ma su questo interverrà il rimborso da parte dell’Unione Europea per il tramite del ministrero delle Politiche agricole. Persa invece tutta la commercializzazione di uova e pollame in un periodo particolarmente redditizio quale quello natalizio, ma soprattutto i due stabilimenti dovranno restare fermi per qualche tempo, finché non verrà certificata l’assenza del virus dopo l’attività di disinfestazione. In altri termini si dovrà ricominciare da zero. Conseguenze anche per gli altri stabilimenti del territorio, visto che per un mese verrà bloccata la movimentazione degli animali tra l’uno e l’altro.


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