Avenale, canale di scolo e invasi: salvagente da 7 milioni per Castelfranco

Sarà realizzato un collegamento artificiale da 1,2 chilometri con il Muson. Obiettivo: scaricare lì le acque in eccesso. Previste anche 4 casse d’espansione

Il piano salva-Castelfranco dalle piene dell'Avenale
Il piano salva-Castelfranco dalle piene dell'Avenale

Un canale artificiale lungo un chilometro e mezzo che devierà l’acqua dell’Avenale sul Muson in caso di piena a Castelfranco. E una cassa di espansione tra i 70 e i 100 mila metri cubi a lato di via Circonvallazione Ovest all’altezza dello stabilimento Fraccaro.

Presentata in una commissione congiunta bilancio-lavori pubblici l’opera che dovrebbe evitare che il centro città vada nuovamente sott’acqua a causa della tracimazione dell’Avenale. In ballo ci sono cinque milioni euro di finanziamento da parte del ministero dell’Interno per la cassa di espansione, un milione e 800 mila euro per il canale con finanziamento del ministero dell’Ambiente e circa 400 mila euro per lo scarico sul Muson (sempre all’altezza di Fraccaro) finanziato e realizzato dal Genio civile.

I protagonisti

Gli attori saranno il Comune di Castelfranco (il passaggio in commissione e poi in consiglio comunale è necessario per la variazione di bilancio per le annualità 2026-27) che richiederà il finanziamento, il Consorzio Bonifica Piave che realizzerà l’opera e, appunto il Genio civile.

L’opera si inserisce in un sistema globale di tutela dalle alluvioni dell’Avenale che consta di quattro casse di espansione, tutte a monte ovvero a nord, come ha spiegato l’ingegner Daniele Mirolo del Consorzio Bonifica Piave, dal valore complessivo di 30 milioni di euro: la prima sarà in zona Prai, la seconda sull’arenale, la terza permetterà la scolmatura della cassa Bergamin a Riese che già mette al riparo dalle bizze del Brenton.

La cassa di espansione

Per il momento dunque si comincia – sempre sperando che vada a buon fine la richiesta di finanziamento, ma a quanto pare ci sono più che buone speranze – con la cassa di espansione su via Circonvallazione, punto terminale del canale che intercetterà anche le acque del torrente Roi, che ha avuto anche questo una certa responsabilità per le alluvioni: in questo modo si potrebbero sottrarre dall’Avenale in piena e riversare sul Muson complessivamente 200 mila metri cubi d’acqua prima che raggiunga il livello critico. E se accade, ovviamente si chiuderà il riversamento: ma dai dati saremmo davanti a un avvenimento alluvionale più che eccezionale, tenendo conto anche dei lavori fatti o previsti sempre sul Muson nel Padovano.

L’analisi e l’idea

L’idea del canale di riversamento è nata da una serie di analisi compiute dal Consorzio sul territorio che è stato interessato dalle alluvioni del 2024: dove è stato evidenziato proprio che mentre l’Avenale era ormai esondato, il Muson invece continuava a mantenersi a livelli al di sotto di quelli di guardia.

Nella riunione della commissione è stato anche evidenziato che il percorso del canale è stato modificato rispetto a un’ipotesi iniziale e andrà a collocarsi per la maggior parte del suo tratto in territorio del comune di Castelfranco o in appezzamenti nei comuni contermini.

Era stata anche presa in considerazione la trasformazione dell’area dei Prai tra Castelfranco e Godego in una sorta di cassa di espansione: ipotesi scartata a fronte degli alti costi. Il progetto, già in fase esecutiva, dovrebbe essere concluso a metà 2026 per poi procedere con l’appalto. —

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