Autovelox, a Treviso quasi 40 mila multe dalla sentenza a oggi

I numeri degli ultimi mesi di attività dei rilevatori in tangenziale: 120 verbali al giorno. Il peso degli incassi a bilancio. Conte: «Noi nel giusto, li teniamo accesi per la sicurezza»

Federico De Wolanski
Un’Audi immortalata questa estate mentre sfrecciava a 200 km/h in tangenziale
Un’Audi immortalata questa estate mentre sfrecciava a 200 km/h in tangenziale

Una media di 120 multe al giorno, cinque ogni ora, senza soluzione di continuità. Alla faccia della sentenza della Cassazione di aprile, quella che ha decretato l’illegittimità degli autovelox per mancanza di omologazione costringendo la maggioranza delle pubbliche amministrazioni a staccare la spina ai propri impianti di controllo della velocità, quelli della tangenziale di Treviso hanno continuato a lavorare a spron battuto.

In undici mesi, ovvero dall’1 maggio 2024 al 24 marzo 2025, hanno staccato la bellezza di 39.567 sanzioni ad altrettanti automobilisti.

«È per la sicurezza»

Il Comune di Treviso, dopo tre settimane di studi e consultazioni fatte l’anno scorso dopo la sentenza, ha deciso di tirare dritto: «Non li spegniamo», ha detto il sindaco Mario Conte in accordo con il comando della polizia locale e soprattutto «sulla scorta di pareri legali di alto livello».

La decisione gli è valsa proteste e denunce (l’associazione Sos Autovelox ne ha fatte almeno un paio) ma non ha fatto arretrare l’amministrazione, l’unica in provincia a non spegnere i rilevatori.

Il sindaco Conte ha ribadito la linea. «Lo facciamo perché consci della nostra correttezza, ma soprattutto perché crediamo servano alla sicurezza stradale, noi siamo al fianco dei familiari delle vittime della strada».

Autodromo tangenziale

Numeri alla mano è difficile dargli torto. Gli autovelox in tangenziale esistono da anni, e con l’avvento dei “portali” la loro presenza è ancora più evidente. Eppure i due impianti continuano a mietere messi di multe, migliaia ogni mese, tanto da domandarsi a che velocità correrebbero tutti se non vi fossero i controlli elettronici.

La scorsa estate venne pizzicata un’auto a 200,16 km/h, un bolide. Ma non l’unica. Nel cervellone della polizia locale ci sono decine e decine di macchine fotografate a correre non a cinque o dieci chilometri sopra il limite, eventualità che potrebbe essere ascritta anche alla distrazione o alla sbadataggine, ma a 170km/h quando non 180 e più. Il doppio del consentito.

Ricorsi? Pochissimi

A fare da contraltare alle 39.567 sanzioni staccate in undici mesi c’è una sola trentina di ricorsi presentati e vinti dagli automobilisti. Non c’è proporzione, di fatto. Segno che i sanzionati, pur potendo opporsi e ottenere vittoria sicura, preferiscono pagare.

Il che, a ben vedere, rasenta l’incredibile visto che è stato il Comune stesso, in più delibere, a mettere nero su bianco di non aver alcuna intenzione di andare in tribunale a difendere sanzioni sapendo che la sentenza della Cassazione le ha già dichiarate illegittime e i giudici di pace condividono la posizione (non politica, ma fattuale: i velox non sono omologati ma solo approvati, e le due cose non collimano).

La cassa pesa

Il Comune, visti i numeri, mantiene la linea: meglio perdere gli incassi di alcune multe che spegnere del tutto i velox. Nelle casse comunali le sanzioni valgono milioni di euro: basti pensare che, se anche tutte le sanzioni fossero quelle minime e venissero pagate entro i 5 giorni a costo scontato, le 39 mila sanzioni valgono oltre 1,3 milioni.

Ma in realtà si parla di un incasso molto, molto maggiore e Ca’ Sugana ribadisce, «non si intende finire un domani davanti alla Corte dei conti», ammesso possa mai succedere visto l’incredibile pasticcio generato dallo Stato in tema di velox.

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso