Auto rubate ripulite all’estero «Siamo tutti in buona fede»

Un fermo immagine tratto da un video della polizia di Treviso, 16 luglio 2020. La Polizia stradale di Treviso e il compartimento del Veneto (Padova), ha eseguito due arresti e dieci denunce per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di auto, truffa aggravata ed autoriciclaggio. Uno dei due arrestati è il campione di rally Alain Valle (figlio del rallista Fabio) che insieme all'altro arrestato, Marco Bortoluzzi è ritenuto a capo di una organizzazione criminale capace di acquisire auto rubate o sottratte a società di noleggio, contraffare i documenti per poterle trasferire nella Repubblica Ceca dove i mezzi (apparentemente regolari per le autorità ceche) venivano "ripuliti" con una nuova e regolare immatricolazione straniera e poi di nuovo re-immessi nel mercato italiano. In questo complesso meccanismo un ruolo importante è stato svolto da due società operanti nel settore della compravendita di auto e di un'agenzia di pratiche automobilistiche che falsificava i documenti delle vetture. ANSA/POLIZIA EDITORIAL USE ONLY NO SALES
Un fermo immagine tratto da un video della polizia di Treviso, 16 luglio 2020. La Polizia stradale di Treviso e il compartimento del Veneto (Padova), ha eseguito due arresti e dieci denunce per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di auto, truffa aggravata ed autoriciclaggio. Uno dei due arrestati è il campione di rally Alain Valle (figlio del rallista Fabio) che insieme all'altro arrestato, Marco Bortoluzzi è ritenuto a capo di una organizzazione criminale capace di acquisire auto rubate o sottratte a società di noleggio, contraffare i documenti per poterle trasferire nella Repubblica Ceca dove i mezzi (apparentemente regolari per le autorità ceche) venivano "ripuliti" con una nuova e regolare immatricolazione straniera e poi di nuovo re-immessi nel mercato italiano. In questo complesso meccanismo un ruolo importante è stato svolto da due società operanti nel settore della compravendita di auto e di un'agenzia di pratiche automobilistiche che falsificava i documenti delle vetture. ANSA/POLIZIA EDITORIAL USE ONLY NO SALES

Interrogatori di fronte al giudice Marco Biagetti, ieri mattina in tribunale per Alain Valle, Marco Bortoluzzi e Mauro Pollici, quest’ultimo indagato ma destinatario del provvedimento di interdizione per un anno dal suo lavoro di titolare del centro “Tutto pratiche” in piazza delle Istituzioni a Treviso. Valle e Bortoluzzi, insieme al 63enne Mauro Pollici titolare dell’agenzia pratiche auto “Tutto pratiche” in piazza delle Istituzioni (tutti difesi dall’avvocato Andrea Zambon) sono accusati di aver messo in piedi un complesso meccanismo per ripulire all’estero macchine che erano state rubate in Italia a società di noleggio. Tutto iniziava con il furto del veicolo, in Sicilia e Campania soprattutto. Il mezzo veniva poi trasferito nella Marca occultando la sua reale provenienza attraverso una targa prova appartenente ad una società di Monselice di Bortoluzzi e dotandolo di numero di telaio abilmente contraffatto. L’auto a questo punto veniva nascosta da alcuni complici e, previo pagamento di una somma di volta in volta definita spesso all’uscita autostradale di Treviso Nord, finiva nella disponibilità di Valle e Bortoluzzi. A questo punto il mezzo era pronto per essere immatricolato in Repubblica Ceca, con targhe e documenti di circolazione locali, inducendo in errore anche le autorità straniere grazie a una società di import-export operante a Praga, la “M.B.Praha servizi S.R.O.” appositamente creata da Bortoluzzi. Un volta “ripulito” il veicolo veniva nazionalizzato per importazione nel territorio nazionale, quindi dotato di targhe e documenti italiani, e successivamente messo in vendita anche a più acquirenti, previo corrispettivo di rilevanti somme di denaro mediante l’utilizzo dei canali internet di vendita.

Nel corso dell’interrogatorio di ieri tutti gli indagati hanno risposto alle domande del giudice sostanzialmente sostenendo di non sapere della provenienza furtiva delle auto. Pollici ha detto di essersi limitato a redigere le pratiche automobilistiche senza conoscere la provenienza delle auto. Quando la Motorizzazione lo aveva chiamato per segnalare le anomalie aveva restituito tutte le pratiche a Valle. Valle e Bortoluzzi hanno entrambi sostenuto di non aver conoscenza della provenienza furtiva delle auto. Nel frattempo l’avvocato Zambon ha chiesto al tribunale del Riesame il dissequestro di tre Ferrari. —

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso