Aumenta l’Imu? Prima c’è il cruciverba

CONEGLIANO. Telefonate, sms, spuntini, chiacchierate bipartisan con i colleghi, un’oretta da trascorrere al computer e persino per fare i cruciverba: succede anche questo in consiglio comunale a Conegliano. E chi immagina quest’aula come il luogo della discussione, del confronto e dell’assunzione di decisioni che hanno ripercussioni sulla vita dei cittadini, sui servizi a loro offerti e, talvolta, sulle loro tasche, rischia di rimanere, almeno in parte, deluso. A osservare da spettatori questa che è una delle sedi della democrazia, ci si chiede se sia realmente così o se non sia diventato il luogo della noia, anche per effetto di leggi che hanno limitato il potere decisionale di quell’assemblea. Succede così che durante una serata, quella di mercoledì, in cui si è deciso l’aumento dell’Imu, con le aliquote passate dallo 0,40 allo 0,43 per le prime case e dallo 0,76 allo 0,86 per seconde case e altri immobili, tra cui negozi e capannoni, c’è chi è stato impegnato, almeno momentaneamente, in altro. È il caso del consigliere Giuseppe Doimo, della lista Forza Conegliano, alle prese in taluni momenti con i cruciverba sopra al tavolo. «Io ascolto e leggo tutto», spiega però lui, «noi della maggioranza facciamo diverse riunioni in cui svisceriamo le questioni, ciò che dice l’opposizione lo dice nel suo ruolo di opposizione». E si difende: «Io faccio finta di fare le parole crociate, sono uno che non risponde mai al telefono, anzi lo spengo perché credo che sia giusto stare lì e stare attenti, è un dovere», dice Doimo. Tra chi invece mercoledì non ha spento il cellulare c’è il capogruppo del Terzo Polo Roberto Cappelli, uscito più volte dall’aula per rispondere e che però precisa: «Non era una distrazione, ma un problema di un’urgenza in ospedale (dove lavora come chirurgo, ndr), tanto che ho rischiato di dover lasciare la seduta». Il consigliere di Centro per Conegliano Claudio Lorenzet, era invece preso dal computer accesso sopra la sua postazione: «Stavo guardando il bilancio», spiega, «avevo chiesto dei dati e stavo riclassificando le voci per analizzare i numeri». Il presidente Fabio Chies, dato forse il prolungarsi della discussione, si è concesso un rapidissimo break. «Seguo con attenzione tutti ma ogni tanto mangio un po’ di cioccolata», dice, «il presidente è l’unica persona che non può telefonare e assentarsi».
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso